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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2013 alle ore 00:19.

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TORINO - Non ispezione, ma visita. A chiarirlo è Piero Grasso in una lettera indirizzata al senatore Claudio Crimi, a capo del gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle. «Una normale "visita" - scrive il presidente del Senato - consentita dai responsabili del cantiere e soggetta alle basilari norme di sicurezza». «Non c'è potere ispettivo dei deputati», conferma la collega della Camera Laura Boldrini in risposta alla questione sollevata dagli onorevoli Pd Silvia Fregolent e Stefano Esposito.

I tecnicismi linguistici - la scelta tra "visita" e "ispezione" - hanno dei risvolti pratici su cosa può fare chi entra all'area dei lavori di Chiomonte. Un centinaio di parlamentari, tra cui 76 grillini, vogliono visitare il cantiere. Ma per 49 "accompagnatori" sarà la società Ltf a decidere. «Siamo trasparenti e non abbiamo niente da nascondere», ha dichiarato alla vigilia Marco Rettighieri, direttore generale della società responsabile della parte transnazionale della Torino-Lione. E ha aggiunto: «Accogliamo tutti, ma la visita dei parlamentari non si può considerare ispettiva, né i loro accompagnatori possono considerarsi come i parlamentari».

I cancelli dovrebbero restare chiusi per almeno tre "non graditi": il leader storico del movimento NoTav Alberto Perino, gli attivisti Luca Abbà e Lele Rizzo. Non ci sarà, salvo sorprese, Beppe Grillo.

Una giornata carica, come le nuvole previste in Val Susa. Alle 9 il ritrovo alla Maddalena per la "visita" dei deputati. Un appuntamento atteso da molti, in primis da Marco Scibona, lo stesso che aveva esordito in Senato con la cravatta NoTav. «Riveliamo che la nostra ispezione all'area di interesse strategico nazionale ha suscitato una frenetica attività emulativa». Non mancano le adesioni: oltre a Giorgio Airaudo con i 12 della delegazione Sel («riaprire la questione alta velocità»), a Chiomonte ci sono anche politici Pro Tav: esponenti di Fratelli d'Italia, l'assessore regionale di Progett'Azione Gian Luca Vignale e Stefano Esposito del Pd. E proprio nel Partito democratico, nel giorno dell'incarico a Pier Luigi Bersani, non sono mancati le fratture. A far discutere la decisione della neo senatrice Laura Puppato di partecipare - con il sindaco Michele Emiliano, in collegamento da Bari - al convegno su «crisi e infrastrutture» organizzato a Bussoleno (ore 10.30) dal presidente della comunità montana Sandro Plano. «Se vuole ascoltare ciò che emerge dal territorio ne ha tutto il diritto», ha commentato Giorgio Merlo, «basta che poi Puppato non parli di tutto il Pd». Lei ha chiarito che non parteciperà alla marcia prevista per il pomeriggio.

Dalle 14 un corteo di otto chilometri si snoderà da Susa a Bussoleno. «Chiediamo l'apertura di un tavolo di discussione serio sulla Tav», dice il leader anti alta-velocità Perino. Sono attesi 15-18 pullman da tutta Italia. Tante e trasversali le adesioni: da Rivoluzione Civile Verdi, passando per Fiom e Legambiente. E poi tanti cittadini riuniti sotto lo slogan: «Difendiamo il nostro futuro». Non mancheranno gli attivisti e le aree antagoniste e radicali. Gli anarchici sembrano in rotta col Movimento 5 Stelle colpevole, dicono, di volere «imbrigliare la rivolta popolare». Per gli investigatori non sono previsti disordini durante il corteo, ma non si escludono blocchi dell'autostrada in serata allo svincolo di Chianocco. E c'è chi, più che ai presidi, guarda con aria interrogativa al cielo.

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