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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2013 alle ore 14:06.

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Olli Rehn (Epa)Olli Rehn (Epa)

La Commissione europea ritiene il nuovo obiettivo sul deficit annunciato dal governo italiano per il 2013 «una situazione limite» che potrebbe impedire l'attesa chiusura della procedura per deficit eccessivo contro l'Italia, secondo quanto riferisce una fonte dell'Esecutivo Ue vicina al commissario Ue per gli affari economici Olli Rehn.

«Un deficit al 2,9% del Prodotto interno lordo nel 2013 potrebbe rendere più difficile la chiusura della procedura di deficit eccessivo contro l'Italia a maggio. Con un deficit a questi livelli, l'Italia è in una situazione limite,» ha spiegato la fonte, precisando che l'annuncio del governo della scorsa settimana di risollevare il deficit al 2,9% nel 2013 per ripagare parte dei debiti della pubblica amministrazione «crea incertezza» sulla possibilità di abrogare la procedura per deficit eccessivo.

Nel tardo pomeriggio il portavoce di Rehn, Simon O'Connor, ha precisato il senso di queste affermazioni: «La Commissione ribadisce il contenuto della dichiarazione congiunta dei vicepresidenti Rehn e Tajani del 18 marzo scorso: perché l'Italia possa beneficiare della flessibilità menzionata nella dichiarazione Rehn-Tajani è essenziale che soddisfi le condizioni per la cancellazione della procedura per deficit eccessivo attualmente in corso». Una sfumatura che comunque sembra confermare l'avvertimento inviato a Roma.

In una conferenza stampa a febbraio, il commissario Rehn aveva lasciato intendere che la procedura per l'Italia si avviava verso la chiusura a maggio, quando la Commissione pubblicherà le sue prossime previsioni economiche. Bruxelles a febbraio prevedeva infatti un deficit per l'Italia al 2,9% nel 2012, e al 2,1% nel 2013.

Ora la situazione è cambiata, e potrebbe cambiare ulteriormente se la notifica di Eurostat sui dati del 2012, attesa in aprile, dovesse rivedere al rialzo il deficit italiano. La fonte ha inoltre tenuto a precisare che la recente apertura della Commissione a favore di una maggiore flessibilità sul deficit e sul debito in relazione allo smaltimento dei debiti arretrati delle pubbliche amministrazioni «riguarda i paesi che non sono in procedura di deficit eccessivo, e questo non è il caso dell'Italia.»

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