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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2013 alle ore 11:20.

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Italia e Spagna hanno buoni fondamentali e "non presentano alla radice cause di preoccupazione". Così il capo-economista e vice-segretario generale dell'Ocse, Pier Carlo Padoan, sulla crisi di Cipro, che "non costituisce" per noi un rischio significativo. "La Slovenia è un caso diverso: un Paese piccolo con un sistema bancario da rimettere in piedi" e serve un aggiustamento "decisivo e tempestivo".

Intanto il Pil nazionale registrerà una flessione congiunturale dell'1,6% nel primo trimestre del 2013, per poi calare di un altro 1% nel secondo trimestre, il dato peggiore dell'area G7. Queste le stime pessimistiche per il nostro paese contenute nell'Interim Assessment dell'Ocse presentato oggi a Parigi da Padoan.

Il nervosismo dei mercati
Ecco perché "il nervosismo dei mercati sulla mancanza di Governo è tutto sommato comprensibile. Il quadro che emerge spinge a dire che serve un'azione di politica economica che riprenda il cammino". Padoan analizza il quadro italiano dopo le stime del Rapporto, raccomandando di attuare le riforme già decise, di perseguire politiche di crescita che contribuiscano a stabilizzare il debito e, in particolare, consiglia di "non inseguire i valori nominali del deficit con nuove manovre", ma di insistere sui target strutturali, gli unici che contino veramente. Tra le annotazioni, i minori rischi sistemici provenienti dalla zona euro e il fatto che Cipro «non costituisce un rischio significativo per l'Italia».

Profilo della crescita peggiore del previsto
Secondo Padoan è «ancora possibile che quest'anno inizi la ripresa», ma «la vera informazione che esce oggi è che la recessione si sta affievolendo e a un certo punto scomparirà». Quando succederà è ancora troppo presto per dirlo, aggiunge l'economista. Inevitabilmente, poiché il profilo della crescita è peggiore del previsto, i valori nominali del deficit rispetto al Pil «saranno peggiori», ma dall'Ocse arriva un chiaro messaggio: «Questo non significa che c'è bisogno di inseguire grandezze nominali con ulteriori manovre». Si continui, invece a puntare «su un obiettivo strutturale, che è a portata di mano» e si facciano operare gli stabilizzatori automatici, che nel caso dell'Italia sono soprattutto gli strumenti di intervento per l'occupazione.

Francia come noi, ma solo nel I° trimestre
Il Rapporto Ocse sulle prospettive di medio periodo delle economie dei paesi G7 - una sorta di aggiornamento intermedio dell'analisi contenuta nell'ultimo Economic Outlook Ocse presentato nel novembre scorso – prevede una contrazione nel primo trimestre anche per l'economia francese (-0,6%), che dovrebbe però tornare a crescere di uno 0,5% nel secondo trimestre.

Prospettive positive grazie alle riforme strutturali
In questo fosco scenario - il Pil dell'Italia, sceso del 3,7% annuo nell'ultimo trimestre 2012, continuerà a contrarsi nei primi sei mesi del 2013, unico tra i Paesi del G7 – le buone notizie sono solo in prospettiva: le riforme strutturali varate in paesi come Italia, Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, rileva l'Ocse, «forniscono una solida base per un recupero di competitività e per un aumento dell'occupazione una volta tornata a salire la domanda».

Il ruolo del credito e delle politiche fiscali
«Se la crescita nell'area euro ha continuato a deludere, il ribilanciamento dell'economia procede spedito; sebbene questo processo abbia ancora un po' di strada da fare», si legge nel rapporto, «Sono stati fatti progressi considerevoli nel ridurre i deficit di bilancio strutturali, e nella maggior parte dei paesi membri dell'Eurozona la maggior parte dell'aggiustamento fiscale richiesto dopo la crisi é stato già compiuto». «I costi a breve termine di questi aggiustamenti potrebbero essere ridotti da una migliore offerta di credito nei paesi debitori e da riforme strutturali che aiutino a riequilibrare l'attività e la domanda nelle economie in avanzo».

Politiche monetarie, la Bce «sia più accomodante»
Per Padoana, tenuto conto della debolezza della domanda e di un'inflazione inferiore all'obiettivo dell'Istituto di Francoforte, la politica monetaria della Bce dovrebbe essere «piu' accomodante». I tassi, spiega, «sono già molto deboli ma c'è ancora un margine per ridurli ancora. La Bce dovrebbe dare delle indicazioni piu' specifiche». Il rischio di pressioni inflazioniste eccessive associate ad una politica monetare piu' accomodante «è debole» perchè il meccanismo di trasmissione della politica monetaria è «inceppato, in particolare nei paesi periferici dove le banche sono in preda a costi di finanziamento elevati. Il credito bancario aggregato a scala della zona euro continua a contratarsi».

Debiti Pa, «Il Governo trovi liquidità per rilanciare l'economia»
Nella presentazione dell'ultimo Rapporto interinale Ocse, Padoan ha puntato il dito contro i ritardi della Pa nel saldo di quanto dovuto alle aziende, che ammonta ad una cifra «tra i 40 e i 50 miliardi di euro. Il debito non pagato alle imprese in Italia é enorme, se non viene restituito ne soffre la parte più sana dell'economia italiana. Spero proprio che il Governo che sta studiando un meccanismo che non impatta sul debito, trovi il modo di dare questa liquidità perché sarà utile per il rilancio della crescita».

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