Oltre Cipro: gli altri Stati-banca che fanno tremare l'Europa
Il caso di Cipro ha fatto scattare l'allarme per i cosiddetti Stati-banca, quelli in cui il settore bancario è più ampio della loro economia. Ecco i casi in Europa.
di Michele Pignatelli
4. Lussemburgo
La sede della Camera dei Deputati lussemburghese (Corbis)
Di Lussemburgo, tradizionale porto sicuro nonché paradiso fiscale per multinazionali e miliardari, colpisce prima di tutto la dimensione del settore finanziario: gli asset bancari rappresentano addirittura il 2.174% del Pil del Paese, tre volte di più di quello di Cipro, costretto a chiedere aiuto proprio per il collasso del sistema creditizio.
Non a caso le autorità del Graducato si sono affrettate nei giorni scorsi a prendere le distanze dalla crisi cipriota, stigmatizzando in un comunicato le dichiarazioni «sui presunti rischi che la grandezza del settore finanziario porrebbe per la sostenibilità economica e di bilancio». Il Governo lussemburghese ha sottolineato soprattutto le differenze del proprio sistema bancario, di respiro internazionale (si contano 141 banche di 26 Paesi) e in salute rispetto a quello cipriota. Anche sul piano macro il Paese può vantare un rapporto deficit/Pil del 20,5%, seppure in aumento, un deficit all'1,5% del Pil e una crescita, seppur minima, dell'economia. Più sorprendente è il cosiddetto "debito implicito" del Lussemburgo (comprensivo dei futuri oneri pensionistici o di spese sanitarie), che porta il debito totale al 1.115% del Pil, secondo i calcoli della fondazione Stiftung Marktwirtschaft di Colonia, tra i più elevati d'Europa.
Dati (fine 2012)
Debito pubblico/Pil: 20,5%
Deficit/Pil: 1,5
Asset bancari/Pil: 2.174%
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