Oltre Cipro: gli altri Stati-banca che fanno tremare l'Europa
Il caso di Cipro ha fatto scattare l'allarme per i cosiddetti Stati-banca, quelli in cui il settore bancario è più ampio della loro economia. Ecco i casi in Europa.
di Michele Pignatelli
2. Slovenia
(Marka)
Il problema maggiore della Slovenia, primo Paese post-comunista a entrare nell'eurozona nel 2007, è il finanziamento sui mercati: basti pensare che non emette obbligazioni in euro dal marzo 2011 e l'ultima emissione è stato un bond in dollari, a ottobre dell'anno scorso. I rendimenti sono in costante aumento, con il bond a due anni appena balzato al 7 per cento. Per questo si teme che – nonostante le smentite ufficiali – il Paese abbia bisogno di prestiti internazionali per far fronte alle necessità di finanziamento.
Il settore bancario, poi, non è sano e conta un'alta percentuale di prestiti in sofferenza: 7 miliardi, quasi un quinto del Pil. Va detto tuttavia che il settore non è paragonabile per dimensioni a quello cipriota (143% del Pil a fine 2012) e ha necessità di finanziamento molto più limitate (un miliardo di euro quest'anno secondo l'Fmi, contro gli oltre 8 miliardi stimati per Cipro, nonostante un'economia che è il doppio per dimensioni).
L'altro fattore incoraggiante è la sostenibilità del debito, al 53,7% del Pil: una cifra che non supererebbe il 70% anche se lo Stato dovesse ricapitalizzare le banche e far confluire in una bad bank gli asset tossici.
Dati
Debito/Pil: 53,7%
Deficit/Pil: 4,4%
Asset bancari/Pil: 143%
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