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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2013 alle ore 08:04.

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«Ma perché sei venuto fin qui?», è la domanda un giovane detenuto del penitenziario di Casal del Marmo a papa Francesco. La risposta è talmente disarmante che non lascia dubbi ad altra interpretazione: «Perché vi voglio bene e i sentimenti sono così. È un dovere che mi viene dal cuore e amo farlo perché il Signore così mi ha insegnato». La purezza di un gesto che viene dal cuore.

È questo il senso più profondo della lavanda dei piedi compiuto durante la messa in Coena Domini nella Cappella del carcere, insieme a una cinquantina di ragazzi detenuti. Durante la quale il Papa ha lavato i piedi a 12 giovani detenuti di nazionalità diverse, tra cui due ragazze, una italiana di religione cattolica e una serba nata a Roma, di fede musulmana. «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi, che annunzia la pace, messaggero di bene, che annunzia la salvezza, che dice a Sion: "Regna il tuo Dio!"» Così canta il profeta Isaia al capitolo 52,7. I piedi erano quelli dei giovani detenuti esposti per essere lavati, asciugati e baciati da papa Francesco. E c'erano i piedi suoi, di Jorge Mario arrivato da poco dall'Argentina e già pronto a servire, perché - spiega a questi giovani increduli di trovarsi davanti il Papa - venuto a lavare loro i piedi. «Lavare i piedi è dire: "Io sono al tuo servizio". E per noi, che cosa significa questo? Che dobbiamo aiutarci, l'un l'altro. Anche se a volte mi sono arrabbiato con uno, con un'altra … ma… lascia perdere, lascia perdere, e se ti chiede un favore, fallo. Aiutarci l'un l'altro: questo Gesù ci insegna e questo è quello che io faccio, e lo faccio di cuore, perché è mio dovere. Come prete e come vescovo devo essere al vostro servizio. Ma è un dovere che mi viene dal cuore: lo amo. Amo questo, e amo farlo perché il Signore così mi ha insegnato». Catechesi spicciola ma affascinante ed efficacissima. Papa Francesco sa bene che davanti a se ha dei giovani che sono stati conquistati dai tentacoli del mondo.

Per questo è lì per questo è andato a dire loro: vi amo con il mio cuore di carne, ve l'ho portato qui è tutto per voi, quasi a donarlo personalmente a ciascuno. Sa benissimo la fragilità dei giovani, conosce perfettamente le debolezze che minano la libertà, e amputano le ali della felicità di ognuno. Lo sa benissimo per questo quasi li supplica: «Avanti e non lasciatevi rubare la speranza». Per un giovane perdere la speranza, la fiducia nel futuro è lasciarsi morire se non fisicamente, moralmente. Lo sa il Papa, per questo li invita con parole dolci, con la tenerezza di un nonno che ha davanti i nipoti. E sa che l'unico rimedio per ricominciare è buttarsi fuori di sé. A ricominciare sempre dopo le cadute. A guardare avanti, fare qualcosa di concreto per il prossimo. Per questo ancora li impegna: «Anche voi aiutateci sempre, e così aiutandoci ci faremo del bene. Ciascuno di noi pensi: sono disposto a servire, sono disposto ad aiutare l'altro? Questo segno è una carezza di Gesù che è venuto proprio per questo, per servire, per aiutarci». Poi salutandoli, la rassicurazione di aver vissuto un pomeriggio di grande intensità: «Le cose di oggi mi aiuteranno a essere umile servitore, come deve essere un vescovo».

Giovanni racconta nel suo Vangelo dal capitolo 13, al 17, la lavanda dei piedi, all'interno del cenacolo, e la pone come la massima rappresentazione simbolica dell'amore. Gesù ama «fino alla fine»: questo significa nello stesso tempo fino alla morte e fino all'estremo dell'amore. In questo modo Gesù vuole ribadire l'insegnamento per cui un uomo ha tanto più diritto d'entrare nel Regno del Cieli quanto più è umile verso il prossimo: «Gli ultimi saranno i primi». Nel Vangelo Gesù dell'ultima cena Cristo manifesta, fino in fondo il suo amore "ai suoi". Non è una restrizione apportata all'amore senza limiti del Gesù dei sinottici, ma è l'indicazione di un amore specifico che ci deve essere tra i credenti, amore radicato in quello del Figlio per il Padre. Papa Francesco a Casal del Marmo ha attualizzato questo racconto nell'oggi della storia della salvezza.

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