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Questo articolo è stato pubblicato il 02 aprile 2013 alle ore 10:47.

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Giorgio Napolitano (Ansa)Giorgio Napolitano (Ansa)

Il "saggio" Bubbico (Pd): «Condividere priorità non significa governissimo»
Attento a non lasciarsi incartare in una formula che potrebbe condurlo fatalmente a dover acconsentire ad un governo delle larghe intese il Pd, che per voce del "saggio" Filippo Bubbico provvede a mettere i paletti allo spazio di manovra delle nuove commissioni: «Condividere delle priorità per il paese nell'interesse generale non significa fare un governissimo o siglare un'alleanza strategica». Ospite anche lui di "Radio anch'io", Bubbico spiega però che «se emergesse una volontà comune per affrontare qualcuna delle emergenze che abbiamo di fronte ne guadagnerebbe il Paese». In venti giorni, aggiunge sicuro, «qualcosa si può fare», partendo proprio dalle conclusioni dei "saggi" che punteranno a fare «una ricognizione delle posizioni in campo e delle priotrità fondamentali».

Crimi (M5S): «Siamo di fronte ad una specie di commissariamento»
Ostile, al momento, all'iniziativa del Colle anche il M5S, che dopo una iniziale soddisfazione per il rilancio del governo Monti in scadenza affida le sue perpelssità al capogruppo al Senato, Vito Crimi. Intervistato da Repubblica e da Il Fatto, Crimi spiega che «Se si fosse trattato di persone esterne al sistema, avrei pensato a dei facilitatori che potessero aiutare le forze politiche a fare le cose che servono al Paese. Così non è stato: anche i cosiddetti esterni, Violante e Onida per la parte che riguarda le riforme istituzionali e Pitruzzella e Giovannini per quelle economiche, non sono certo nomi nuovi. Niente che ci faccia ben sperare». Quello dei saggi, taglia corto Crimi, è «un finto governo a tutti gli effetti», mentre sarebbe stato preferibile «l'altro scenario che il presidente ci aveva prospettato: Bersani poteva andare avanti, ottenere la fiducia alla Camera, non averla al Senato, ma restare in carica per gli affari ordinari. Quanto meno - rileva Crimi - avrebbe rappresentato buona parte delle nuove Camere. E intanto il Parlamento avrebbe lavorato. Adesso, invece, siamo davanti a una specie di commissariamento».

Crimi (M5S): «Forse meglio prorogatio governo Bersani senza fiducia»
In mattinata, sul suo blog lo stesso Crimi arriva a rimpiangere il "governo possibile" di Bersani: «Forse poteva essere intrapresa una strada mai percorsa prima, e cioè di affidare il governo a Bersani che con i suoi ministri poteva presentarsi al Parlamento e qualora non avesse ricevuto la fiducia poteva continuare, alla stregua dell'attuale governo Monti, senza la fiducia ma solo per gli affari ordinari. Almeno sarebbe stato rappresentativo di una maggioranza relativa e non di una strettissima minoranza come il governo Monti in regime di prorogatio».

Dellai (Sc): «Dal Colle scelta estrema per ridare la palla alla politica»
Unica formazione schierata sulle posizioni di Napolitano "senza se e senza ma" sono i centristi montiani di Scelta Civica". «Condivido l'atteggiamento di grande preoccupazione e comprendo lo stato d'animo di Napolitano - commenta infatti Lorenzo Dellai. Questa ultima mossa del Presidente, spiega, «é una mossa estrema, non per creare sovrastrutture, per cercare di ridare la palla alla politica per sperare che si trovi un compromesso», mentre il Pd «ha una responsabilità in più, quella di offrire una via d'uscita. Il Pd ha commesso un errore che se non sarà corretto lo metterà in discussione in futuro».

Bonanni (Cisl): dal Colle «una scelta saggia ed oculata»
In soccorso di Napolitano, che nelle ultime ore ha fatto filatrare la sua amerzza per essere staqto lasciato solo dei partiti a gestire l'impasse e una crisi politica apparentemente senza sbocco, le parole del leader della Cisl Raffaele Bonanni che in ina intervista pubblicata oggi dal Giornale di Sicilia definisce «stucchevole» il dibattito seguito all'istituzione dei comitati dei saggi da parte del Colle: «I partiti - spiega - devono uscire da questo dibattito surreale e dimostrare concretamente di volersi occupare dei problemi del paese». Quella di Napolitano, aggiunge Bonanni, «è una scelta saggia ed oculata per sbloccare questa situazione di impasse davvero imbarazzante, visto che i partiti non vogliono mettere da parte le loro divergenze, non c'erano altre alternative se non quella di nominare un comitato di personalità super partes in grado di indicare al parlamento un quadro di riforme istituzionali ed economiche necessarie per far uscire il paese dal pantano in cui versa da tempo».

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