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Questo articolo è stato pubblicato il 02 aprile 2013 alle ore 18:29.

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Via libera con una risoluzione unitaria sottoscritta da tutte le forze politiche alla relazione del Governo che modifica i saldi di finanza pubblica e che consentirà all'Esecutivo di licenziare il decreto legge per sbloccare i debiti della Pa. Dopo aver trovato un accordo sui contenuti, i quali richiamano alcuni impegni che i Grillini ritengono irrinunciabili sul sostegno alle piccole imprese, anche il MoVimento 5 stelle firma la risoluzione con cui il Parlamento è pronto a licenziare la relazione con le nuove stime del Def e che rivedono ai saldi di finanza pubblica per gli anni 2012, 2013 e 2014, in particolare aumentando dal -1,8 al -2,4% la stima del rapporto fra indebitamento netto e Pil nel 2013.

Ottenuto il via libera dal Governo sulla relazione di finanza pubblica, il Governo già domani, nel corso di un Consiglio dei ministri che si potrebbe tenere nella prima mattinata, potrebbe licenziare il più volte annunciato decreto legge sullo sblocco di 40 miliardi di crediti vantati dalle imprese nei confronti delle pubbliche amministrazioni. E nel farlo dovrà invitabilmente seguire le indicazioni che Camera e Senato hanno approvato all'unanimità con la risoluzione unitaria. In questo senso la risoluzione, prima di affrontare i nodi dei debiti della Pa, pone almeno quattro condizioni al Governo di carattere generale e più strettamente legati ai saldi finanza pubblica. Tra queste la verifica, da parte del Governo, che l'Italia dopo aver ridotto il disavanzo sotto il 3% del Pil nel 2012 possa ottenere nel 2013 una valutazione positiva nelle procedure europee si deficit eccessivi, così come l'Esecutivo si dovrà operare affinché la "mini golden rule" diventi permanente e sia utilizzata a vantaggio di investimenti produttivi che abbiano impatto sullo sviluppo economico.

Per quanto riguarda i debiti della Pa il provvedimento d'urgenza che il Governo si appresta a varare dovrà, come hanno fin da subito richiesto i rappresentanti del MoVimento 5 stelle, introdurre meccanismi di pubblicità, «anche attraverso sistemi informatici», delle attività di certificazione dei propri debiti svolte dagli enti locali verso lo Stato, «al fine di consentire un controllo diffuso da parte dei cittadini e delle imprese». Così come di graduare il flusso dei pagamenti dando priorità alle imprese e in particolare a quelli che le stesse non hanno ancora ceduto al sistema creditizio. E a verificare l'opportunità, nel rispetto dell'ordine cronologico di pagamento, di «tutelare le situazioni di crisi aziendale sulla base di principi di equità e di solidarietà».

Particolare rilievo viene data alla possibilità, se le imprese ne fanno richiesta, di poter compensare il credito commerciale vantato con possibili debiti tributari, nonché a monitorare il rispetto degli adempimenti da parte delle amministrazioni beneficiarie, sanzionandone l'inerzia e inserendo elementi «cogenti per rendere effettiva, da parte delle amministrazioni, l'adesione al piano straordinario di pagamento dei debiti commerciali. Sblocco dei debiti che comunque nel complesso dovrà avvenire con procedure semplificate e precise scadenze temporali prevedendo anche sanzioni per i soggetti inadempienti e salvaguardando comunque l'esigenza di evitare discriminazioni territoriali a seconda del'ubicazione territoriale delle imprese creditrici.

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