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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2013 alle ore 19:29.

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Gli insulti ai giornalisti, la collezione di "gaffe" pubbliche, le secche smentite del leader maximum Beppe Grillo. Per Vito Crimi, queste prime settimane da capogruppo e portavoce del MoVimento 5 Stelle al Senato si sono rivelate una specie di Vietnam. Al punto che su Twitter si è conquistato un hashtag tutto suo, #Romanzocrimi, e impazza il tormentone «Vito lo smentito».

Del resto, Crimi si è dimostrato un gaffeur profesionista in più di un'occasione. Ad esempio quando, durante le consultazioni, ha chiamato la collega Roberta Lombardi, come lui capogruppo del M5S, «onorevole Lombardi» suscitando la reazione invelenita di lei, che ha subito corretto il collega con un sibilo: «Cittadina». E ancora: «Napolitano non si è addormentato», aveva detto Crimi commentando il colloquio tra il presidente e Beppe Grillo durante le consultazioni al Colle. Salvo poi dover chiedere scusa e, successivamente, appisolarsi lui, platealmente, sugli scranni di Palazzo Madama.

Ma sono soprattutto le dichiarazioni subito "smentite" che lo stanno consegnando alla storia. La più criticata, anche nel gruppo M5S, su Facebook: «Meglio un incarico a Bersani che una prorogatio a Monti», ha postato l'altra sera, mettendo nero su bianco parole inequivocabili che hanno creato un putiferio. A stretto giro è arrivato il richiamo all'ordine di Beppe Grillo che sul suo blog ha di fatto cancellato la sortita del portavoce: Bersani e Monti «sono uguali», ha tenuto a precisare secco l'ex comico.

Per «Vito lo smentito», però, l'ultimo schiaffo in pubblico è arrivato solo qualche ora fa, in occasione del voto a palazzo Madama sulle dimissioni presentate dalla senatrice del Movimento 5 Stelle, Giovanna Mangili. Crimi ha invitato i colleghi a «non andare a cercare in dibattiti in rete le motivazioni di questa scelta che sono personali», ma è stato subito contraddetto dalla bocciatura delle dimissioni da parte di tutti i gruppi, escluso il suo e la Lega.

«Vito, detto lo smentito» ha dato il "la" a uno tsunami di commenti e post su Twitter. «Vito, sei il capogruppo e io ti voglio bene. Ma non ti azzardare mai più a fare dichiarazioni. Mai più», scrive Joseph, attivista M5S. Mentre un altro "twittero" si chiede: «Quante volte verrà smentito oggi #Crimi? un nuovo avvincente capitolo di #RomanzoCrimi».

E c'è infine chi si domanda cosa abbia fatto, nella vita pre-grillina, il bresciano capogruppo del M5S. Detto fatto. In un articolo di Panorama, anticipato oggi, c'è chi ne ricorda il matrimonio in tight, elegantissimo, quando pesava una ventina di chili in meno e, non ancora folgorato da Grillo, aveva ricevuto gli invitati in un resort d'epoca. Sarebbe stata una cerimonia con tanto di Rolls Royce, quella con la bolognese Maria Cristina (conosciuta a un convegno dei giovani carmelitani).

Altri tempi. Oggi a Roma, da senatore e capogruppo, Crimi è sistemato in un modesto tre stelle vicino alla stazione Termini e divide la stanza, per 32 euro a testa a notte, con un suo assistente.

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