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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2013 alle ore 15:00.
L'ultima modifica è del 03 aprile 2013 alle ore 11:51.

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Mentre Pier Luigi Bersani continua a escludere l'ipotesi di una grande intesa con il Pdl (ma apre sulla scelta del nuovo Capo dello Stato), Matteo Renzi - che ha sfidato il segretario alle primarie e che ieri sera ha reso noto l'elenco dei suoi finanziatori - sottolinea che stiamo vivendo una situazione politico istituzionale in cui stiamo perdendo tempo mentre il mondo ci chiede di correre a velocità doppia». Il sindaco di Firenze è intervenuto alle celebrazioni per i 120 anni della Camera del Lavoro del capoluogo toscano. Alla manifestazione partecipa anche la leader nazionale della Cgil, Susanna Camusso.

La politica che non sa correre problema anche per le imprese
Renzi fa l'esempio delle amministrazioni locali: «Noi sindaci sappiamo bene quanto stiamo soffrendo per il patto di stupidità-stabilità», ricorda. «La politica che non sa correre - ha proseguito produce soluzioni che non riesce a concretizzare». Il primo cittadino di Firenze avverte: questo è un problema anche per le imprese perchè «il tempo è scaduto, tante imprese sono sull'orlo della fine». Secondo Renzi serve «credibilità politica e risposte sui temi del lavoro o rischiamo di perdere la strada per tornare a casa: ormai bisogna prendere atto che la clessidra e agli sgoccioli». Intanto dieci senatori del Pd, vicini a Matteo Renzi (Andrea Marcucci, Rosa Maria De Giorgi, Stefano Collina, Nadia Ginetti, Roberto Cociancich, Laura Cantini, Mauro Del Barba, Isabella De Monte, Stefano Lepri e Mario Morgoni) hanno depositato una proposta di legge per abrogare il rimborso elettorale ai partiti.

Sul lavoro: «Rischiamo il blocco da rendite e ritardi»
Renzi lancia un messaggio a Camusso. Occorre mettere al centro delle politiche l'articolo 1 della Costituzione «anche in forme più dinamiche, perchè la Repubblica democratica fondata sul lavoro oggi rischia di essere affondata dalle rendite o bloccata dal lavorio di chi pensa di potersi permettere altri ritardi». Ne consegue che è necessario «guardare al futuro non solo con gli occhi dei reduci e della nostalgia, ma anche con gli occhi dei pionieri».

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