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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2013 alle ore 12:31.

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Parte a un po' a rilento l'attuazione della nuova legge anticorruzione, la 190 del 2012, approvata quattro mesi fa dal Parlamento in uno degli ultimi atti della XVI legislatura. Secondo quanto risulta alla Civit, l'Autorità nazionale anticorruzione, al momento sono solo 1.400 i responsabili per la prevenzione di fenomeni corruttivi già designati nelle amministrazioni. In particolare i ministeri hanno comunicato di aver nominato appena quattro responsabili, gli enti previdenziali, enti di ricerca e gli altri enti nazionali 26, le università 35 e 55 le camere di commercio; i comuni, nonostante la mancanza ad oggi di una intesa in sede di Conferenza unificata, hanno individuato oltre 1.200 responsabili, le Province 42. «Alcune amministrazioni hanno provveduto con tempestività – ha spiegato la presidente della Civit, Romilda Rizzo – tuttavia, considerando il grande numero delle amministrazioni interessate, si può constatare che, per applicare completamente la legge, c'è ancora molto da fare. In parte i ritardi possono essere causati dai complessi meccanismi di attuazione della legge non agevolati dalle circostanze politiche contingenti, comunque stiamo registrando un flusso di nomine che pervengono alla Civit con il ritmo di 50 -100 al giorno».

Il termine era fine marzo
Va detto che la norma è operativa davvero da poco tempo. Un primo passo per l'attuazione è stato compiuto qualche settimana fa dal comitato interministeriale con il varo delle linee guida per la predisposizione, da parte del Dipartimento della Funzione pubblica, del Piano nazionale anticorruzione. Una volta adottato il Piano, la sua approvazione da parte della Civit consentirà di procedere alla completa attuazione delle nuove norme. In questa prospettiva Civit ha già chiarito che il previsto termine del 31 marzo 2013 per l'adozione dei piani triennali, anche in attesa del Piano nazionale anticorruzione, deve considerarsi ordinatorio e non perentorio. In questo passaggio le amministrazione possono già realizzare diversi provvedimenti oltre alla nomina dei responsabili anticorruzione: dalla valutazione del rischio di corruzione alla previsione di procedure per la selezionare e la formazione dei dipendenti fino all'introduzione di opportune forme di rotazione dei dirigenti. «Notiamo comunque – ha detto il presidente Rizzo - che, a macchia di leopardo, stanno arrivando i primi piani triennali».
Civit conta su un budget 2013 di 4,9 milioni, uno staff di 30 persone più 10 esperti esterni. Essa non solo dovrà approvare il Piano nazionale e verificarne il rispetto da parte delle amministrazioni, ma si interfaccerà anche con gli omologhi organismi stranieri. L'Autorità dovrà anche presentare una relazione annuale al Parlamento sull'attività di contrasto agli illeciti nella Pa. A capo di questa Autorità dovrà in futuro essere nominato il «commissario anticorruzione» previsto dalla legge di conversione del decreto «Sviluppo bis».

La trasparenza in 200 obblighi
Un altro passo è stato realizzato con i decreti legislativi in materia di riordino della disciplina sugli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte della Pa e del codice di comportamento, di prossima pubblicazione. Sulla trasparenza, Civit ha effettuato un censimento degli obblighi vigenti nel 2012 e stima che, con l'entrata in vigore del decreto, saliranno a circa 200. Per garantire il rispetto dei nuovi obblighi è indispensabile una semplicazione degli adempimenti. Una strada auspicata da Civit e che potrebbe essere discussa in sede di Conferenza unificata e inserita nel Piano nazionale, prevede la possibilità di differenziare le modalità di applicazione dei nuovi obblighi a seconda delle dimensioni delle amministrazioni, della loro natura e della complessità delle loro attività. «Esiste uno stretto legame funzionale fra trasparenza e integrità per la prevenzione della corruzione – spiega ancora Romilda Rizzo – l'obiettivo della Civit - Autorità nazionale anticorruzione è la diffusione di una cultura della trasparenza in tutti i livelli della Pa. Inoltre occorre insistere sul concetto di performance, alla cui valorizzazione la Civit dedica molta attenzione: c'è un forte collegamento tra performance, trasparenza e anticorruzione. La corruzione trova terreno fertile nella scarsa qualità della burocrazia, in sistemi sanzionatori percepiti come inefficaci e nell'eccesso di norme ed oneri burocratici».

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