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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2013 alle ore 15:40.
L'ultima modifica è del 04 aprile 2013 alle ore 10:52.

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Il Consiglio dei ministri per varare il decreto sul pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione si svolgerà con ogni probabilità o sabato o al più tardi domenica. I ministri sono già stati preallertati e gli è stato richiesto di essere reperibili. Intanto l'Abi aggiorna le stime sulla montagna di crediti insoluti: sono oltre 100 miliardi. Contemporaneamente dal commissario Ue Olli Rehn giunge un nuovo appello ad agire in fretta sullo smaltimento dei debiti. Rispettando però i vincoli sul deficit.

La nuova stima dell'Abi: 100 miliardi
La montagna dei pagamenti arretrati alle imprese è sempre più alta. La settimana scorsa l'aveva quantificata in 91 miliardi a fine 2011. Quella cifra è stata attualizzata e rivista al rialzo dal presidente dell'Abi, Antonio Patuelli:«Se facciamo una progressione stiamo già oltre i 100 miliardi». Cento miliardi - ha spiegato «sono il 5% del debito pubblico italiano consolidato in decenni e sono circa un ventesimo dell'ammontare totale degli impieghi delle banche operanti in Italia si tratta di un volano importantissimo che può essere rimesso in moto e la premessa per far ripartire il circolo virtuoso».

L'invito di Bruxelles all'Italia
Il commissario per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha chiesto all'Italia di fare in fretta sul pagamento dei debiti della Pa. Varando il prima possibile il decreto allo studio del Governo. In una dichiarazione letta dal portavoce della Commissione Olivier Bailly, Rehn ha spiegato che «la Commissione europea non vede l'ora che sia approvato il decreto legge sul pagamento della pubblica amministrazione».

Un provvedimento- ha fatto notare che «non sarà la soluzione a tutti i problemi» ma che comunque «è importante per sostenibilità delle finanze pubbliche». Fermo restando che andranno rispettati i limiti al debito e al deficit. Per Bruxelles lo smaltimento dei debiti «può essere fatto assicurando nello stesso tempo l'uscita dell'Italia dalla procedura per deficit eccessivo che è importante per la sostenibilità delle finanze pubbliche».

A tal proposito lo stesso Bailly ha ribadito che «per uscire dalla procedura per deficit eccessivo bisogna che un Paese abbia un deficit/Pil sotto il 3% per l'anno in questione e che anche nei successivi l'evoluzione del deficit e del debito stia nei margini fissati». Nella revisione delle stime di finanza pubblica votata martedì dal Parlamento il nostro Paese ha rivisto al 2,9% le stime dell'indebitamento per il 2013. A un passo dunque dalla fatidica quota 3 per cento.

Appello di Tajani allo smaltimento del pregresso
In precedenza, intervenendo a Prima di tutto su Radio uno, sul tema era tornato anche il commissario all'Industria, Antonio Tajani, con un nuovo appello al Governo italiano a smaltire in due anni l'intero stock di debiti arretrati: «L'80% del debito si potrebbe pagare subito senza alcuna remora», aveva dichiarato Tajani. Ribadendo che l'unica accortezza da rispettare è che il restante 20% dell'ammontare complessivo venisse «messo a deficit, perché ancora non fa parte del debito. bisogna fare attenzione a non sforare il tetto del 3%,perché l'Italia è sotto procedura per eccesso di deficit». Nel ricordare che «4 milioni di imprese che vivono un momento di grande difficoltà», il vicepresidente dell'Ue aveva definito il pagamento dei debiti «la più importante manovra economica degli ultimi tempi».

Marcegaglia: non pagare è incivile
Sul tema è intervenuta anche Emma Marcegaglia: «Credo che sia un tema di emergenza nazionale. Uno Stato che non paga i propri debiti è uno Stato incivile». Intervenendo alla presentazione di Luiss Enlabs alla stazione Termini di Roma l'ex presidente di Confindustria ha chiesto all'Esecutivo di fare in fretta: «È stato giusto il rinvio deciso ieri, perché il testo del decreto va cambiato ma,- ha aggiunto - credo non ci sia più tempo di rimandare. Questo decreto va fatto subito e soprattutto va fatto in modo serio». Da Marcegaglia è giunto poi un plauso al suo successore alla guida degli industriali, Giorgio Squinzi: «Penso che abbia fatto bene il presidente di
Confindustria Squinzi, insieme alle altre associazioni d'impresa, a dire che questa cosa non andava bene. Adesso però non deve passare troppo tempo, bisogna che nelle prossime ore arrivi il decreto».

Tecnici al lavoro sul testo
Il lavoro sul testo che dovrebbe consentire all'Italia di pagare 40 miliardi di debiti (20 nel 2013 e altrettanti nel 2014) intanto prosegue. Dopo gli incontri di ieri con le organizzazioni delle imprese oggi si sono svolte nuove riunioni tra il Tesoro e i rappresentanti delle autonomie locali. Una delle quali ha visto protagonisti il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, e una delegazione dell'Anci guidata dal presidente, Graziano Delrio. Che, al termine della riunione, ha dichiarato: «L'incontro è andato bene stiamo ragionando sulla parte tecnica per evitare che si creino delle disparità
territoriali». In pratica, i sindaci vogliono evitare che alcuni Comuni dove si sono concentrati i maggiori debiti finiscano per assorbire tutto il plafond delle risorse. Quanto ai tempi per il varo del Dl, Delrio ha confermato che «a giorni, tra il fine settimana e l'inizio della settimana prossima dovrebbe essere tutto risolto». Il giorno giusto potrebbe essere sabato o tutt'al più domenica.

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