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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2013 alle ore 15:03.

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Sembra una seduta di autocoscienza quella che si svolge oggi a Pontida, "capitale" della Lega della secessione, paura per l'Italia unita agli inizi degli anni 90, oggi partito in grave crisi con un risultato alle urne che la ridimensiona a forza regionale (Maroni ha tenuto solo la Lombardia, unico dato che può far sorridere il nuovo capo) . E i due leader che si spartiscono i ruoli: il fondatore Bossi che cerca di ricucire con la base, il nuovo capo Maroni che promette un futuro di indipendenza da Roma e tutte le tasse in casa. Nella Pontida dei fischi a Flavio Tosi, c'è spazio anche per il gesto distensivo dell'altra anima della Liga veneta, Luca Zaia. Non appena ha preso parola il governatore, tre consiglieri regionali che erano al suo fianco hanno srotolato uno striscione già visto sul prato: '"eneto congresso subito". Provocazione anti-Tosi (segretario della Liga) che Zaia ha stoppato immediatamente. «Togli quello striscione», ha continuato a ripetere fino a quando il consigliere lo ha ripiegato.

«Non ho fatto la Lega per romperla, la miglioreremo» dice Umberto Bossi dal palco di Pontida. Ai militanti che protestavano ha detto che la loro protesta «è stata capita: la base deve contare di più e conterà» poi: «niente insulti e niente fischi» chiede prima di abbracciare Maroni. «Non la penso come Maroni quando dice "ce ne stiamo al Nord e ce ne freghiamo di Roma"». E qui la divergenza fra i due: «Se serve, faremo la guerra a Roma e al governo: servirà ve lo assicuro» dice invece Roberto Maroni che parla subito dopo dal palco di Pontida, ribadendo che il progetto della Lega è di costituire la macroregione e trattenere al Nord «almeno il 75% delle tasse».

Bossi cerca di ricucire la distanza con i vertici. «Io ho fatto la Lega non per romperla» ammomendo i militanti, che avevano fischiato Flavio Tosi, a evitare contestazioni. «Quando vi dicono che la Lega è rotta non pensate che sia vero». Ancora: «Niente insulti, niente fischi - ha detto rivolto alla base - non fate felice la canaglia romana». «Ogni anno dalla base venga un giudizio sugli eletti» suggerisce il leader storico della Lega nord che difende più volte il lavoro della base e «a volte trattata un po' troppo male». E che non ha «strumenti per incidere ma le cariche non possono essere eterne e non può essere solo il consiglio federale a fare certe scelte».uttavia il vecchio leader ammette: «Qualcuno ha esagerato nel dire che tutto va bene nella Lega però si sta sbagliando». «C'è il rischio che si litighi - ha proseguito Bossi- ma siamo ancora in grado di bonificare le cose, le cariche non possono essere eterne ma chi dice che tutto va bene è un 'leccaculo'. Tutto però è ancora rimediabile e noi vogliamo rimediare».

Maroni sembra rassegnato a una forza di area e cerca di rinsaldarne le motivazioni, rievoca il sogno della Padania: «Dobbiamo combattere su tutti i fronti, anche a Roma: voglio vedere cosa facciamo se non ci danno più i soldi» continuato il Presidente della Lega Nord. E porta alcune buste contenenti "i diamanti di Belsito (il teosoriere accusato di aver usato soldi del partito per investimenti illeciti e arricchimento personale ndr). Nel dare l'annuncio ha ricordato l'impegno preso un anno fa quando la Lega venne travolta dalle inchieste sulla gestione dell'ex tesoriere. Maroni ha invitato i segretari nazionali a consegnare i 13 diamanti alle «sezioni più meritevoli».

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