Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2013 alle ore 14:02.

In appena 3 anni, dal 2003 al 2005, le società navali che fanno capo a Giuseppe Corradengo erano riuscite ad aggiudicarsi lavori per 7,3 milioni nei cantieri della Spezia, Marghera, Ancona e Riva Trigoso. Corradengo, insieme ad altri sei palermitani, è stato arrestato oggi dalla Dia di Palermo al termine delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo. Il Gip Piergiorgio Morosini ha pienamente accolto la richiesta del procuratore aggiunto Vittorio Teresi e del pm Pierangelo Padova.

«Corradengo – si legge nell'ordinanza a pagina 115 - è ormai da lunghi anni l'imprenditore di riferimento del clan Galatolo, al quale ha in particolare consentito, tramite plurime attribuzioni fittizie di imprese e risorse finanziarie, di infiltrarsi in numerosi cantieri navali in Sicilia e nel resto d'Italia». È stata così disarticolata un'associazione per delinquere che fa capo al clan dell'Acquasanta-Arenella di Palermo. Investigatori e inquirenti hanno ricostruito la capacità del clan di infiltrarsi nel settore della cantieristica navale non solo a Palermo ma anche in Liguria, nella Marche e nel nord est. La Procura di Palermo e la Dia di Palermo e Genova hanno accertato che l'associazione a delinquere aveva scientificamente curato negli anni Novanta il trasferimento delle attività della società "Nuova Navalcoibent" presso i cantieri navali della Spezia per consentirle di acquisire importanti commesse in zone del territorio nazionale ritenute meno interessate da indagini di polizia giudiziaria – impiegando a tal fine anche ingenti somme di denaro provenienti dalle attività delittuose riconducibili alla famiglia mafiosa dell'Acquasanta di Palermo – e aveva successivamente gestito la società garantendo ad esponenti di rilievo della famiglia mafiosa e ai loro familiari più stretti di essere formalmente assunti alle dipendenze della società in modo da poter godere di un reddito costante nell'arco degli anni.

«Se, dunque, l'interesse dell'associazione mafiosa per la cantieristica navale palermitana poteva essere considerato un dato acquisito – si legge nella richiesta dei pm accolta dal Gip - la presente indagine, per converso, ha consentito di scandagliare, in concreto e forse per la prima volta, la proteiforme capacità dell'associazione medesima di estendere il proprio ambito di influenza ben al di là dei confini regionali siciliani e di infiltrarsi, in particolare grazie all'opera di soggetti in apparenza "puliti", nella cantieristica navale di molte regioni del centro – nord Italia.

Tale scenario veniva inizialmente tratteggiato grazie alle dichiarazioni di uno dei più autorevoli esponenti della famiglia mafiosa dell'Acquasanta, Angelo Fontana». Nell'ordinanza viene evidenziata anche la "pax" che viene raggiunta con le famiglie campane che, nel cantiere di Muggiano, hanno i loro interessi. Per approfondimenti

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi