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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2013 alle ore 10:30.

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Nella top ten europea per i costi del welfare e quasi fanalino di coda per le risorse destinate all'istruzione: sono i due picchi della spesa pubblica italiana toccati nel confronto con gli altri 26 paesi dell'Unione europea. Nel 2011 il nostro Paese è risultato al sesto posto nella graduatoria Ue delle uscite sostenute per il sistema di protezione sociale e addirittura al ventiquattresimo posto per quelle convogliate sulla scuola e la formazione. A fotografare le (tante) anomalie e le (poche) virtù della spesa italiana e di quella dell'Unione europea è il rapporto sulla situazione europea per gli anni 2010 e 2011 elaborato dagli esperti della Ragioneria generale dello Stato.

Italia al nono posto per la crescita della spesa
Dal dossier emerge che nel 2011 la spesa complessiva dell'Italia (interessi per il debito compresi) ha toccato quota 49,9% del Pil collocando l'Italia al nono posto della classifica a 27. A questo proposito la Ragioneria generale dello Stato sottolinea che «soltanto otto Paesi presentano livelli di spesa più elevati» (Austria, Slovenia, Svezia, Grecia, Belgio, Finlandia, Francia e Danimarca). Nel 2010 invece, pur con un picco del 50,4% della spesa complessiva sul Pil, il nostro Paese si è ritrovato davanti ben 11 Stati.

Sempre "sostenuti" i costi del Welfare
Nel 2011 nel nostro Paese la spesa per protezione sociale (sanità esclusa) ha assorbito il 20,5% del Pil, attestandosi al sesto posto nella classifica europea a 27 e risultando sensibilmente al di sopra della media Ue (19,6%). Nello stesso anno le uscite per l'istruzione non hanno superato il 4,2% del Pil, molto distante dalla media europea (5,3%), collocando l'Italia al ventiquattresimo posto della graduatoria Ue. «È possibile osservare – evidenzia la Ragioneria generale dello Stato – come nella totalità dei Paesi esaminati la Protezione sociale costituisca la funzione che, in assoluto, assorbe la parte più rilevante della spesa primaria», ovvero quella al netto degli interessi, «con quote che vanno dal 26,6 % (nel 2010) e 27,5% (nel 2011) di Cipro e dal 27,5 % dell'Irlanda (2010) e il 32,8% della Repubblica Ceca (2011) al 45,3 % (2010) e 45,7% (2011) della Germania». Nel rapporto si fa notare che l'Italia dedica alla protezione sociale il 44,3% (2010) e il 45,3% (2011) della propria spesa primaria, pari al 20,4% (2010) e 20,5% (2011) del Pil».

Spesa per la sanità sopra la media Ue, "sotto" la cultura
Dal rapporto emerge che il nostro Paese è risultato, due anni fa, leggermente al di sopra della media europea per le uscite per la sanità (7,4% del Pil contro il 7,3% dei 27 Paesi dell'Unione), perfettamente in linea per le risorse destinate alla Difesa (1,5% del Pil) e alla protezione dell'Ambiente (0,9%). Tre le voci al di sotto del livello di riferimento europeo: l'istruzione, «abitazioni e assesto del territorio» (0,7% contro lo 0,9%) e le attività ricreative, culturali e di culto (0,6% contro l'1,1%).

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