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Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2013 alle ore 21:16.

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Marino Mastrangeli è stato espulso dall'assemblea riunita del parlamentari M5S. Ora la parola spetta alla rete, come previsto dal Codice di comportamento degli eletti stellati.

La decisione sul senatore "stregato dalla tv" è arrivata dopo un'assemblea dai toni forti, dove non sono mancate accuse al vetriolo. La riunione è stata trasmessa in streaming solo in parte, poi il collegamento è saltato e sull'auletta dei gruppi è sceso il silenzio. Hanno optato per il "cartellino rosso" 62 parlamentari, mentre sono stati 3 gli astenuti e 25 i contrari. Quello di oggi, si precisa, è un avvio di procedura d'espulsione. La parola definitiva spetta al web.

Sulle espulsioni il Codice di comportamento prevede infatti un doppio passaggio: dovono essere votate da deputati e senatori stellati e successivamente ratificate dalla Rete. "I parlamentari del M5S riuniti - è infatti scritto nel Codice - senza distinzione tra Camera e Senato, potranno per palesi violazioni del Codice di Comportamento, proporre l'espulsione di un parlamentare del M5S a maggioranza. L'espulsione dovrà essere ratificata da una votazione online sul portale del M5S tra tutti gli iscritti, anch'essa a maggioranza".
È stata invece respinta la richiesta di espulsione, avanzata dallo stesso Mastrangeli, per il capogruppo Vito Crimi, accusato di aver partecipato a Porta a porta.

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