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Questo articolo è stato pubblicato il 23 aprile 2013 alle ore 15:02.

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(Ansa)(Ansa)

I mercati applaudono, ma potrebbero avere la vista corta. La rielezione di Giorgio Napolitano non basta a dissipare il pessimismo di autorevoli osservatori della stampa estera, scettici sulla capacità della politica italiana di rispondere ai problemi del Paese. Nonostante le qualità che tutti riconoscono al presidente della Repubblica, che a quasi 88 anni ha accettato un secondo mandato.
Napolitano non delude: saggio e rispettato, fa un discorso "muscoloso e minacciante", "mette in guardia" contro lo stallo, "striglia" i partiti, "sbatte i pugni sul tavolo", "dà un ultimatum", "una dura lezione". E lo fa con la voce "rotta dalla commozione".

"Un gigante tra i nani di Roma" è l'eloquente titolo dell'editoriale del Financial Times. "La rielezione di Napolitano è la sola buona notizia nella farsa politica", scrive il Ft, sottolineando che la scena politica italiana è diventata "sempre più farsesca". Il presidente è "popolare in patria" e "rispettato all'estero". Si è dimostrato capace di mediare in mezzo a "una classe politica più litigiosa che mai". La sua rielezione è però segno del "triste stato" in cui si trovano i partiti italiani.
Per il Ft, gran parte della colpa del "corto-circuito" istituzionale è dei Democratici del centro-sinistra: "La vecchia guardia ha perso ogni credibilità. I Democratici devono trovare nuovi leader e una nuova strategia, e in fretta".

Il Movimento Cinque Stelle, arrivato "con slancio" alle elezioni presidenziali, ha finito per mettersi ai margini dichiarando la rielezione di Napolitano "un colpo di Stato" Secondo l'editoriale, resta da vedere se il suo populismo gli frutterà voti, ma non incoraggia granché la fiducia che il Movimento possa essere una forza costruttiva in Parlamento. Il vincitore potrebbe essere Silvio Berlusconi e ciò per il Financial Times è preoccupante: "Avendo portato l'Italia sull'orlo del crollo, non deve essergli consentito di farlo di nuovo".
L'accordo sulla presidenza dovrebbe spianare la strada a una "grande coalizione " di governo che approvi alcune delle riforme politiche ed economiche di cui l'Italia ha bisogno.

"Si spererebbe che i politici mettessero da parte i litigi e lavorassero insieme". Ma secondo il Financial Times, "i partiti italiani hanno ripetutamente fallito nel fare cambiamenti significativi. C'è scarso motivo di aspettarsi che lo facciano ora".
In un'intervista video sul sito del Ft, titolata "L'inerzia indefinita dell'Italia", Vincent Boland di Lex sottolinea che per i "fondamentali" economici e politici, la situazione dell'Italia è pessima e che il Paese sarà in recessione per un "futuro indefinito" fino a quando non saranno approvate riforme strutturali da cui "siamo molto lontani".

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