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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2013 alle ore 16:58.

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Il deputato Pippo Civati. (Ansa)Il deputato Pippo Civati. (Ansa)

Voto di fiducia in vista, si sgonfia la fronda interna al Pd. Nelle ultime ore, con il giuramento del governo Letta e l'avvicinarsi del voto di fiducia in Parlamento molti mal di pancia nelle file dei democrats sembrano in via di guarigione, come confermano le dichiarazioni dei dissidenti più in vista. Tra questi, la presidente dimissionaria del partito, Rosy Bindi: «Io voterò la fiducia ed esprimo anche apprezzamento per la squadra di governo». Intervistata a Domenica In, Bindi ha sottolineato le ragioni della sua scelta: «Non voto per disciplina di partito, ma ritengo che un voto a un governo è un atteggiamento politico, se decidessi di non votare la fiducia mi dimetterei prima da parlamentare».

Il passo indietro dei prodiani dissidenti
A dire sì saranno anche i deputati Sandro Gozi, Laura Puppato e Sandra Zampa, che all'ultima direzione del partito avevano manifestato - con il loro voto contrario alla linea proposta dal segretario dimissionario Pier Luigi Bersani - fortissime perplessità all'ipotesi di un governo di intesa col Pdl. «Accordiamo la fiducia a questo governo assumendoci le nostre responsabilità di eletti», scrivono in un documento comune promosso dai prodiani Zampa e Gozi e annunciato in un primo momento come sottoscritto anche dal deputato Pippo Civati - nella «speranza che in questa fase di emergenza democratica, economica, sociale ed europea rinasca l'obbligo morale di rappresentare quel cambiamento di stile e di obiettivi di cui gli italiani sentono un disperato bisogno».

Nessuna nuova corrente in vista
Esclusa, al momento, l'idea di costituire una corrente: «Non vogliamo creare l'ennesima area organizzata all'interno del Partito Democratico - scrivono i firmatari - soprattutto perché siamo convinti che le correnti e i gruppi di potere siano stati il principale problema del nostro Partito e della nostra azione parlamentare. Anche ascoltando i nostri elettori e il Paese lavoreremo affinché il Partito Democratico diventi quello che avevamo promesso e che aveva ridato speranza ed entusiasmo a milioni di italiani».

Civati non firma: deciderò dopo la riunione dei gruppi parlamentari
Sul documento manca la firma di un altro dissidente di peso, Pippo Civati, data per certa dalle agenzie di stampa ma subito smentita dall'interessato. «Circola da qualche minuto un documento che include anche la mia firma e in cui annuncio il mio voto di fiducia al governo - scrive il deputato in un post sul suo blog - Non so come sia uscito, ma non ho firmato alcuna dichiarazione di fiducia e quindi smentisco». «Come ho detto più volte in questi giorni, e ancora poche ore fa in diretta su Rai 3, le mie perplessità sul governo Letta rimangono, e prenderò una decisione in merito alla fiducia solo dopo averne discusso, come ho ripetutamente richiesto, domattina con il resto dei colleghi del Pd. Non prima».

Zampa: nessun giallo, firma di Civati frutto di un equivoco
A respingere l'idea di un giallo sullo firma di Civati è la stessa Sandra Zampa, che dopo le precisazioni del deputato lombardo spiega «La presenza della firma di Civati (sul documento, ndr) è frutto di un'incomprensione del tutto innocente e banale tra gli estensori del documento diffuso ai mezzi di informazione oggi».

Probabile una ricompattamento del partito
I deputati del Pd si riuniranno domani mattina alle 9, presente Pier Luigi Bersani, mentre i senatori si vedranno alle 11.30. Da quella sede uscirà il via libera ufficiale del partito all'esecutivo a guida Enrico Letta, con il primo voto alla Camera nel pomeriggio, ed é probabile che alla fine i gruppi si compatteranno.

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