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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2013 alle ore 13:28.

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(Reuters)(Reuters)

A partire dal prossimo 15 maggio, per qualcuno ci sarà una buona ragione in più per passare da Mosca. Riapre il Mausoleo Lenin, ricoperto dal dicembre scorso da un enorme cupolone bianco che aveva immediatamente riacceso il dibattito sull'opportunità di mantenere o rimuovere dalla Piazza Rossa le spoglie del fondatore dell'Urss. Ma se nei sondaggi è in aumento la percentuale dei russi che riterrebbe giusto dare una vera sepoltura a quel corpo imbalsamato, nei mesi scorsi Vladimir Putin aveva lasciato capire che Lenin invece dovrebbe restare: il presidente russo aveva evocato le radici storiche del Paese, ed elevato il corpo di Vladimir Ilic ad autentico oggetto di venerazione. «Molti sostengono che il Mausoleo Lenin va contro la tradizione. Ma perché? - si era chiesto Putin allineandosi al pensiero del leader dei comunisti russi, Ghennadij Zjuganov -. Andate al Monastero Pechersk di Kiev, a quello di Pskov o sul Monte Athos. Vedrete reliquie di santi laggiù».

Comunque sia, i lavori di restauro del Mausoleo erano stati resi necessari dal cedimento del terreno: il monumento - patrimonio dell'Unesco - è stato costruito dove fino al XIX secolo era un fossato, che separava la piazza dalle mura del Cremlino. Dopo l'invasione di Napoleone, scrive la "Rossiiskaja Gazeta", il fossato venne ricoperto con macerie, la ragione per cui le fondamenta sono rimaste nei decenni poco stabili. Un problema risolto, in questi mesi, trivellando lungo il perimetro del monolite 350 pozzi profondi 20 metri, riempiendoli poi di cemento. Questo è avvenuto sotto il cupolone bianco, mentre le male lingue - scrive la "Rossiiskaja Gazeta" - insinuavano che, tolto il cupolone, non avremmo più ritrovato né Lenin, né il Mausoleo. E invece, il 29 aprile è stato firmato l'atto di conclusione dei lavori di restauro: la salma, precisano gli specialisti, «è in condizioni soddisfacenti». Lenin resta.

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