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Questo articolo è stato pubblicato il 04 maggio 2013 alle ore 10:19.

Il ministro dell'Economia Saccomanni (Lapresse)Il ministro dell'Economia Saccomanni (Lapresse)

Il via libera di Camera e Senato arriverà tra il 6 e il 7 maggio. A quel punto l'ultimo Def dell'era Monti concluderà la sua corsa parlamentare insieme con il suo carico di "saldi" che risulteranno assolutamente blindati e immodificabili. E questo resterà il punto fermo nella rotta del nuovo ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, e di tutto il Governo Letta, da preservare anche dalle tentazioni di richieste di interventi immediati che potrebbero farsi largo martedì in Parlamento al momento delle votazioni sul Def. Anche perché, come ha già detto il ministro (si veda Il Sole-24 Ore di ieri), l'asticella del deficit dovrà restare tassativamente al 2,9% per evitare che venga compromessa l'attesa chiusura da parte della Ue della procedura per disavanzo eccessivo. Una collocazione, quella dell'asticella sotto il 3%, confermata dalle stime di primavera della Commissione Ue, accolte con soddisfazione dal ministro Fabrizio Saccomanni.

In una nota diffusa ieri sera dall'Economia, il ministro annuncia che «nei prossimi giorni» il Governo illustrerà a Bruxelles «le misure che saranno prese per sostenere la crescita e l'occupazione, pur restando su un sentiero di finanza pubblica sostenibile». Il premier ha poi confermato in serata, alla cerimonia di giuramento di viceministri e sottosegretari, che «la situazione è difficile» e «non possiamo perdere tempo».

Saccomanni afferma che «i dati della Commissione certificano che l'Italia ha compiuto nei mesi passati un importante aggiustamento dei conti pubblici». Dati che, si aggiunge nella nota, dovrebbero consentire l'uscita dalla procedura di deficit eccessivo consentendo così all'Italia «di beneficiare di nuovi spazi di flessibilità per le politiche di sviluppo». Fino a quel momento i saldi resteranno blindati. Ma la fisionomia del Def cambierà: la nota di aggiornamento vedrà la luce al massimo entro la fine di maggio in parallelo con il varo dei primi interventi importanti. Anche se non è del tutto escluso l'anticipo di qualche misura già intorno alla metà del mese. A Palazzo Chigi e al ministero dell'Economia si sta valutando la possibilità di varare un provvedimento urgente per sospendere il pagamento della prima rata dell'Imu in cui far confluire un pacchetto ristretto di misure per far fronte a scadenze giuridiche urgenti, come ad esempio quelle legate a uno stop all'aumento dell'Iva in calendario a luglio.

Una soluzione che potrebbe però essere adottata soltanto nel caso in cui ci fosse l'assoluta certezza di non mettere a rischio la chiusura della procedura Ue per disavanzo eccessivo. Per questo motivo la valutazione proseguirà nei prossimi giorni. Ieri intanto Saccomanni ha fatto a via XX settembre un primo giro d'orizzonte con i neo viceministri, Luigi Casero e Stefano Fassina, e con i nuovi sottosegretari, Pier Paolo Baretta e Alberto Giorgetti. Una prima presa di contatto che sarebbe stata considerata positiva e proficua dal ministro e da tutti gli altri partecipanti.

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