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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2013 alle ore 16:18.

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«Se necessario siamo pronti ad agire ulteriormente» sui tassi, e a valutare «la possibilità di tassi di deposito negativi per le banche». È quanto ha dichiarato il presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso della Lectio Magistralis tenuta in occasione della cerimonia di conferimento della laurea honoris causa in Scienze Politiche alla Luiss. L'accesso al credito per imprese e famiglie «resta ancora difficile», ha ammesso poi Draghi, anche se «sembra che si stia verificando un minore restrizione anche in Italia. Per sostenere il credito, andrebbe valutato, come già fatto in altri paesi, l'intervento di banche pubbliche» per aumentare l'offerta di credito.

Disoccupazione e rischio di proteste violente
In un altro passaggio, il governatore della Bce ha evidenziato la correlazione possibile tra disoccupazione crescente e proteste violente da parte degli esclusi dal mondo del lavoro: «È indubbio che una crescita duratura sia condizione essenziale per ridurre la disoccupazione, in particolare quella giovanile. In alcuni Paesi europei questa ha raggiunto livelli che incrinano la fiducia in dignitose prospettive di vita e che rischiano di innescare forme di protesta estreme e distruttive».

Crescita duratura possibile solo con la sostenibilità dei conti pubblici
Draghi ha poi sottolineato il ruolo positivo delle politiche espansive, ma ha anche messo in guardia da un abbandono troppo repentino delle politiche di austerity: senza «la sostenibilità dei conti pubblici non é possibile una crescita duratura, soprattutto per i paesi più indebitati». Per non mettere a rischio le prospettive di rilancio dell'economia europea, Draghi ha anche sollecitato i governi a «mitigare» gli effetti recessivi del risanamento dei conti privilegiando «le riduzioni di spesa pubblica corrente e quella delle tasse». Secondo Draghi in Europa infatti «la tassazione è già elevata in qualunque confronto internazionale». Le politiche di bilancio, ha sottolineato ancora Draghi, «devono essere mantenute su sentieri sostenibili, aldilà delle oscillazioni cicliche. Senza questo presupposto non vi é crescita duratura possibile».

Equa ripartizione dei redditi garanzia di coesione sociale
Draghi ha poi ricordato come da un ventennio in Europa sia in atto «una tendenza alla concentrazione dei redditi delle famiglie che penalizza i più deboli», mentre una più equa distribuzione del reddito può aumentare la coesione sociale, individuando nelle riforme strutturali l'eliminazione delle posizioni di rendita. Per Draghi, «Una più equa partecipazione ai frutti della produzione della ricchezza nazionale contribuisce a diffondere la cultura del risparmio e, dunque, della compartecipazione. Sentirsi parte integrante della nazione e cointeressati alle sue sorti economiche aumenta la coesione sociale e incentiva comportamenti economici individuali che conducono, nell'aggregato, al successo economico della collettività».

A docenti e studenti: «Sono commosso»
Al momento del conferimento della laura Honoris Causa in Scienze Politiche (indirizzo internazionale) il governatore della Bce non poi nascosto la sua commozione: «Sono commosso. Grazie per questo abbraccio affettuoso». La scelta del suo nome, ha spiegato Marcello Messori nella Laudatio, mira a premiare la straordinaria capacità, dimostrata da Draghi in più occasioni, «di affrontare e risolvere complessi e cruciali problemi di policy mediante strumenti che vanno al di là della teoria e della politica economica. La Laurea Honoris causa, ha precisato, intende innanzitutto premiare il Draghi «innovatore istituzionale».

L'elogio di Napolitano: Draghi punto di riferimento in Europa
Il ruolo di Draghi sulla scena internazionale è stata anche oggetto di un messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha definito il presidente della Bce «personalità di spicco della vita pubblica italiana e internazionale, che ha saputo coniugare preparazione e finezza culturale, alta capacità professionale ed esemplare dedizione all'interesse generale italiano ed europeo». Draghi, prosegue in Quirinale in una nota, «è un punto di riferimento sicuro per una nuova prospettiva di avanzamento anche politico del processo di integrazione e di rilancio degli ideali europeistici».

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