Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2013 alle ore 18:35.

My24

I "nuovi italiani", se venisse approvata una nuova legge sulla cittadinanza, sarebbero quasi 80mila. Con il nuovo governo Letta e il ministro all'Integrazione Cécile Kyenge torna sul tavolo il nodo del riconoscimento della cittadinanza ai figli di immigrati stranieri nati in Italia. Ovvero, di un aggiornamento della legge 5 febbraio 1992, n. 91 («Nuove norme sulla cittadinanza») basata sul principio del cosiddetto ius sanguinis (è cittadino italiano chi nasce da genitori italiani) che lega la cittadinanza dei figli a quella dei genitori. Riuscirà la neo ministra nell'impresa, in cui ha fallito anche l'ex ministro alla Cooperazione internazionale Andrea Riccardi nonostante l'appoggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano?

Tutto può accadere, viste le premesse di questo governo, mentre oggi i deputati di Scelta Civica, Mario Marazziti e Milena Santerini, hanno depositato una proposta di legge per modificare proprio le norme sulla cittadinanza, e la Fondazione Leone Moressa pubblica alcuni dati che danno un'idea di quanti potrebbero essere i "nuovi italiani" interessati da una revisione della normativa. Numeri che danno modo di fantasticare sul futuro di un'Italia aperta alle "nuove leve", sicuramente più ricca di culture.

Per la Fondazione Moressa, se nel 2011 (preso come riferimento perchè è ad allora che risalgono i dati anagrafici più aggiornati) il nostro ordinamento avesse adottato il principio del cosiddetto ius soli (è cittadino italiano chi nasce in Italia, indipendentemente dalla nazionalità dei genitori) i nuovi italiani ufficialmente riconosciuti avrebbero dovuto essere quasi 80mila, pari al numero di bambini nati in Italia da genitori stranieri. Molto probabilmente, il numero effettivo sarebbe però più alto, se si tiene conto che dal 2002 ad oggi la quota di bambini nati in Italia è andata aumentando, così come l'incidenza dei nati stranieri sui nati totali, passata dal 6,20% del 2002 al 14,50% del 2011.

Ironia della sorte, rispetto alle polemiche firmate Lega che hanno accompagnato il riaprirsi del dibattito sulla legge di cittadinanza, oltre la metà di questi nuovi cittadini potenziali si concentra al Nord: il 38,2% nel Nord Ovest e il 29,2% nel Nord Est, proprio le roccaforti territoriali dove la i leghisti raccolgono la maggior parte dei consensi. A livello regionale, e in termini assoluti, la Lombardia è anche l'area in cui l'applicazione dello ius soli avrebbe un impatto maggiore, in quanto qui si concentrano oltre un quarto delle nascite di bambini con genitori stranieri, seguita da Veneto e l'Emilia Romagna, rispettivamente con il 12,7% e il 12,3% delle nascite.

Non solo: i minori stranieri che non sono nati in Italia stanno diventando di anno in anno una componente sempre più ampia della popolazione giovanile, con una quota pari al 10% del totale dei minori. Considerando anche le seconde generazioni, vale a dire gli stranieri nati in Italia, i giovani sono circa 730mila, che compongono il 70% della popolazione minore straniera complessiva. Numeri importanti, che si traducono in persone, nuove generazioni che attendono forse da troppo tempo un riconoscimento da parte delle istituzioni per poter disegnare il proprio futuro. Da italiani.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi