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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2013 alle ore 06:38.

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La Consob reclama un potere d'intervento diretto per rimuovere amministratori colpevoli di gravi illeciti. I recenti scandali di Mps e di Fondiaria-Sai hanno svolto il ruolo di «convitati di pietra» all'incontro annuale con il mercato svolto ieri a Milano dal presidente dell'authority di vigilanza Giuseppe Vegas. Nelle 24 pagine della sua relazione non vi è stata alcuna menzione diretta alle due recenti vicende finanziarie ma nelle proposte di policy avanzate al legislatore - in prima fila, ad ascoltarlo, c'era il neo presidente del Consiglio Enrico Letta – si può cogliere il riferimento all'esperienza maturata sul campo. Soprattutto nel chiedere di attribuire un potere diretto all'autorità di mercato nell'interdire manager scorretti, nel denunciarne i comportamenti in tribunale e financo nel rimuoverli come forma cautelare per evitare che «possano perpetrare più gravi comportamenti illeciti». Lo stesso potere, peraltro (e sempre in riferimento alle medesime vicende), è stato richiesto recentemente anche dal governatore della Banca D'Italia Ignazio Visco.
Lo scenario macroeconomico
Se nel 2012 Vegas aveva svolto un discorso "tutto politico" su come la «dittatura dello spread» metteva sotto pressione i mercati italiani quest'anno, nonostante sia stata superata l'emergenza, la piazza finanziaria continua ad essere condizionata da un difficile scenario macroeconomico. «Il nostro nemico non è più fuori di noi e dentro gli inafferrabili mercati ma nelle imprese che chiudono e nel lavoro che manca». L'Italia paga gli «errori del passato» ma al tempo stesso occorre dire basta allo «spettro dell'austerità senza speranza», possibile «detonatore di una crisi generalizzata». Il risanamento - ha proseguito - non può che avvenire «attraverso un approccio più graduale di quanto ad oggi previsto dal fiscal compact».
La richiesta di maggiori poteri
In questo contesto, per Vegas, la finanza deve tornare a porsi al servizio dell'economia reale ma, per farlo, «dovrà assumere quella responsabilità e quella trasparenza che molto spesso, negli ultimi anni, le sono mancati». Su questo la riflessione si è saldata all'analisi degli «episodi assurti agli onori delle cronache». Soprattutto in riferimento allo scandalo Mps la Consob di Vegas, in questi mesi, è stata criticata per la scarsa tempestività dei suoi interventi di vigilanza. Ai rilievi Vegas ha replicato con le parole del Fondo Monetario Internazionale (FMI) che, al termine di una recente ispezione, ha giudicato il nostro sistema di supervisione «robusto e sofisticato». Ciononostante sono necessari aggiustamenti, perorati anche dall'FMI. In primo luogo, a giudizio del presidente della Consob, occorrerebbe estendere a tutte le aree di vigilanza dell'authority i penetranti poteri d'indagine – rendono possibile, ad esempio, convocare tutti coloro siano informati dei fatti ed anche richiedere intercettazioni telefoniche – esistenti nella repressione dei reati finanziari (manipolazione di mercato e insider trading). Per la verità, in relazione alla correttezza delle informazioni fornite al pubblico sulle società quotate, una simile estensione già è prevista dal Testo unico della Finanza (art. 115) ma per la Consob si può fare di più, anche assoggettando soggetti giuridici a sanzioni pecuniarie amministrative. Una prerogativa, quest'ultima, finora circoscritta (ancora una volta) ai reati finanziari.

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