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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2013 alle ore 18:49.

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Quando cammini nella tempesta, tieni ben alta la testa e non aver paura del buio…". Ogni volta che il Liverpool è in campo ad Anfield Road, dal Kopstand - la curva sud – gli hooligans intonano "You'll never walk alone". L'hanno cantata anche dopo l'ultima grande vittoria europea dei reds: a Istanbul nel 2005, quando il Liverpool batté clamorosamente ai rigori il Milan (di Silvio Berlusconi…), che però si prese la rivincita due anni dopo ad Atene.

Due serate che un tifoso rossonero doc come Enrico Letta non può certo aver scordato. Dietro la citazione pop di ieri, alla direzione Pd che ha incoronato Guglielmo Epifani, c'è anche questo, ma non solo. "Non camminerai mai solo" era una canzone non a caso prediletta da Edmondo Berselli, mai dimenticato guru e arbiter del "comune sentire" politico-culturale della sinistra contemporanea italiana.

E non è neppure una coincidenza che Barack Obama abbia voluto che fosse eseguita al suo inauguration day dopo l'elezione del 2008, fra una performance di Bruce Springsteen e una di Shakira. «YNWA» (cercatela così sul web e in particolare su youtube in innumerevoli versioni, fra cui quella by Pavarotti-Domingo-Carreras) è ormai molto di più che l'ìnno del Liverpool, peraltro da sempre conteso nella primogenitura da quelli scozzesi del Celtic. Nasce come canzone di un musical di Broadway, YNWA: nel 1945 la compongono Oscar Hammerstein e Richard Rogers per lo spettacolo "Carousel".

E resta a lungo una canzone "a stelle a strisce", entrata nel repertorio di big della canzone leggera come Frank Sinatra, Doris Day e perfino Elvis Presley. Ma diventa irriducibilmente britannica nella Liverpool degli happy sixties, lo stesso brodo di cultura dei Beatles: è del 1963 che viene re-incisa da "Gerry and the peacemakers", un gruppo che non avvicinò mai neppure lontanamente i succesi dei Fab four. Però già in occasione della finale dei Mondfiali '66 (vinti dall'Inghilterra sulla Germania Ovest) sugli spalti di Wembley YNWA comincia il suo cammino di hit globale. "You'll never walk alone" campeggia oggi sulla cancellata di ferro che immette nel Kopstand: certo a guardarlo, può ricordare anche qualcosa di terribile (e proprio gli holigaans ne sanno qualcosa). Ma la canzone è di quelle – rare - che vanno ascoltate sempre: sia dopo una vittoria che dopo una sconfitta. Parola (anche) di Enrico Letta. (A.Q.)

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