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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2013 alle ore 14:00.

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(Corbis)(Corbis)

La Francia che ricasca in recessione, la Germania che inciampa nel tentativo di rimbalzo e l'Italia che non si cava fuori dalle sabbie mobili della caduta di attività, come tutta l'area euro nel suo insieme. E intanto i paesi beneficiari di salvataggi finanziari, concessi solo in cambio di energici piani di risanamento dei conti, che appaiono sempre più risucchiati nel gorgo recessivo. L'ultimo, Cipro, è quello che ha segnato la performance economica peggiore. E' un quadro dai toni foschi quello che emerge dai dati Eurostat sul Pil del primo trimestre. Dati perfino leggermente più deboli di quelli già fiacchi attesi dagli analisti che hanno spinto il presidente dell'Ue Jose Manuel Barroso a dire che «bisogna rilanciare insieme il motore della crescita in Europa», sollecitando al contempo il presidente francese Francois Hollande a proseguire sul terreno delle riforme.

Osservatorio dell'Economia

Il Pil complessivo dei 17 paesi dell'area valutaria ha subito un nuovo calo, pari allo 0,2 per cento rispetto ai tre mesi precedenti, mentre nel confronto su base annua il Pil ha segnato un meno 1 per cento. Nel quarto trimestre del 2012 il Pil dell'area euro era calato dello 0,6 per cento dal trimestre precedente e dello 0,9 per cento su base annua.

La mancata fuoriuscita dalla recessione dell'area euro riflette dinamiche deboli in tutte le sue economia più Grandi. E se la Francia è ufficialmente ricaduta in contrazione, con un meno 0,2 per cento del Pil che segna il secondo trimestre consecutivo di calo congiunturale, e un meno 0,4 per cento su base annua, la Germania ha messo a segnato un asfittico più 0,1 per cento, a sua volta inferiore alle attese dopo il meno 0,7 per cento di fine 2012.

E anche la Germania ha finito per accusare un dato negativo sul confronto annuo: meno 0,3 per cento del Pil contro il più 0,3 per cento registrato nel quarto trimestre 2012. In Italia, come riportato dall'Istat, il Pil ha subito un meno 0,5 per cento dai tre mesi precedenti, un settimo calo consecutivo che segna un record negativo assoluto, e un meno 2,3 per cento su base annua, il quarto calo più forte dopo Grecia, Cipro e Portogallo. La Spagna ha segnato un meno 0,5 per cento congiunturale e meno 2 per cento su base annua.
Dinamica analoga per l'insieme dell'Unione europea a 27: Eurostat riposta un calo dello 0,1 per cento del Pil rispetto ai tre mesi precedenti, e un meno 0,5 per cento su base annua.

Quanto ai paesi beneficiari di salvataggi, mancando i dati dell'Irlanda - l'unico ad esser riuscito a segnare un netto miglioramento della situazione economica - è decisamente sconfortante il quadro che emerge dai dati Eurostat. In Grecia la portata della recessione viene evidenziata da un pesante meno 5,3 per cento, che comunque rappresenta una attenuazione della caduta rispetto al meno 5,7 per cento registrato nel quarto trimestre 2012 e al meno 6,7 per cento del terzo.

In Portogallo ci sono anche i dati sulla variazione congiunturale del Pil: in questo caso un miglioramento ci sta, con un meno 0,3 per cento dai tre mesi precedenti a fronte del meno 1,8 per cento segnato a fine 2012. Ma tenuto conto che comunque continua ad essere una contrazione, il miglioramento viene offuscato dalla dinamica annua, che invece ha segnato un lieve peggioramento al meno 3,9 per cento dal meno 3,8 per cento del trimestre precedente. Un andamento che potrebbe riflettere l'effetto trascinamento della bassa performance segnata sul finale d'anno.

A Cipro intanto il Pil ha segnato un pesante meno 1,3 per cento dai tre mesi precedenti, il dato peggiore di tutta l'area euro dopo il già grave meno 1,2 per cento del quarto trimestre 2012. Nel confronto su base annua, l'ultimo dei paesi beneficiari di un 'salvataggio' Ue vede la dinamica peggiorare al meno 4,1 per cento dal meno 3,4 per cento di tre mesi prima. E non è andata certo meglio in Spagna, che ha ricevuto un sostegno parziale, limitato al comparto bancario dai partner europei.

Nuovo record per la disoccupazione eurozona.

Nuovo record per la disoccupazione nell'Eurozona al 12,1% a marzo dal 12% di febbraio, in base ai dati armonizzati diffusi oggi dall'Ocse. Nell'insieme dei 34 Paesi industrializzati aderenti all'Organizzazione, la percentuale media dei senza lavoro é invece calata all'8% dall'8,1% del mese precedente. Il tasso complessivo di disoccupazione giovanile è stabile al 16,5%, restando però ancora 3,5 punti sopra i livelli pre-crisi. Per l'Eurozona il tasso é invariato al 24%. In Italia invece la disoccupazione tra i 15-24enni é salita al 38,4% (dal 37,8% di febbraio), il terzo peggior dato dell'intera area, dopo Grecia (59,1% a gennaio) e Spagna (55,9%). Il tasso di disoccupazione generale nella Penisola risulta stabile all'11,5%. In totale nella zona Ocse a marzo c'erano 48,3 milioni di disoccupati, 400mila in meno rispetto a febbraio, ma pur sempre 13,6 milioni in più del luglio 2008. Nell'area euro i senza lavoro sono 19,2 milioni.

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