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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2013 alle ore 15:30.
L'ultima modifica è del 17 maggio 2013 alle ore 07:20.

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Nelle oltre settecento pagine della "Memoria di accompagnamento alla requisitoria del pubblico ministero" depositata in Tribunale alla IV sezione penale, viene delineato dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini un «collaudato sistema prostitutivo» volto ad arruolare e far arrivare ad Arcore decine di ragazze pagate «per compiacere l'imputato». L'imputato è l'ex premier, Silvio Berlusconi - ancora in carica all'epoca dei fatti - che nella requisitoria della Boccassini, che si riallaccia a quella del pm Antonio Sangermano, è accusato oltre ché di concussione anche di prostituzione minorile con tanto di richiesta di condanna a sei anni di carcere e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Nell'introduzione della requisitoria il magistrato ricorda che l'inasprimento delle leggi sulla prostituzione minorile ad opera dei ministri Prestigiacomo e Carfagna fu voluto proprio dal governo Berlusconi. Una premessa necessaria per spiegare anche perché di questa vicenda si è occupata lei stessa, responsabile della Procura distrettuale antimafia, grazie alle competenze attribuite da queste nuove leggi.

Secondo l'accusa giovani donne, tra cui minorenni come la marocchina Karima El Mahroug, più nota come Ruby, venivano invitate a serate ad alto tasso erotico nella residenza di Arcore dell'ex premier. A tutte le giovani ospiti a fine serata venivano dati soldi e regalie, un trattamento economico procrastinato anche dopo le serate per presunto «aiutino e risarcimento morale» per il danno di immagine: ad alcune di loro venivano elargiti altri privilegi come il fatto di abitare a titolo gratuito nella residenza in via Olgettina a Milano e una paghetta mensile di 2500 euro. Ma chi sono e quante sono le cosiddette olgettine protagoniste di un giro di spese di mantenimento stimato a decine di milioni di euro?

Sono una quarantina circa, su oltre duecento testimoni ammessi al processo e citati da accusa e difesa. Secondo la pubblica accusa, le ragazze protagoniste di queste feste hanno comportato un esborso costoso da parte di Berlusconi, allo scopo di uniformare e addomesticare le loro testimonianze. L'anomalia riscontrata nel corso del dibattimento è che, a quanto pare, «gran parte dei testimoni a carico dell'imputato hanno continuato a percepire una prebenda mensile di almeno 2500 euro anche dopo i noti i fatti in oggetto».

Un intervento necessario per restituire un «compatto blocco dichiarativo» nel corso delle deposizioni sotto giuramento delle ragazze. Si potrebbe definirle come le "amazzoni" del processo Ruby per l'assoluta lealtà e fedeltà al loro leader che ha anche ammesso di mantenerle ma «perché hanno avuto la vita rovinata da questo processo».

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