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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2013 alle ore 13:00.

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Sergio Marchionne (Lapresse)Sergio Marchionne (Lapresse)

La mossa di Fiat Industrial per spostare la residenza fiscale nel Regno Unito, dopo la fusione con la controllata americana Cnh, è per il Financial Times «l'ultimo colpo all'Italia, dove il nuovo governo di coalizione di Enrico Letta sta cercando di arrestare il deflusso di investimenti» dopo quasi due anni di recessione.
Il Ft, che ha richiamato la notizia sulla homepage del suo sito, fa notare che Fiat Industrial intende approfittare di un regime fiscale «più lieve»: il trasferimento sottolinea l'attrattiva della «sempre più leggera» tassazione delle imprese nel Regno Unito.

Il Regno Unito - ricorda il quotidiano britannico - negli ultimi anni ha nettamente tagliato l'aliquota della corporate tax, portandola dal 30% del 2007 all'attuale 23,25%. Nel 2015 scenderà al 20%. Inoltre, dall'inizio del 2012 ha ammorbidito le regole fiscali sulle aziende straniere.
In Italia, al contrario, l'aliquota fiscale si aggira intorno al 31,4%, «un livello che i leader industriali italiani considerano punitivo, con le difficoltà a crescere mentre i consumi sono in calo e l'economia ristagna».
Fiat Industrial intende completare la fusione con Cnh entro il terzo trimestre dell'anno acquisendo il 12% dell'azienda Usa che ancora non possiede. Secondo il prospetto depositato alla Sec, dopo la fusione Fiat Industrial sarà incorporata in Olanda ma «intende operare in modo da essere considerata residente nel Regno Unito».

Per gli analisti di Citi, riferisce il Ft, il trasferimento nel Regno Unito comporterebbe un'aliquota fiscale molto più bassa e la mossa potrebbe aumentare gli utili per azione di Fiat Industrial.
La mossa di Fiat Industrial - osserva la cronista Rachel Sanderson - "infiammerà" gli animi in Italia, già agitati per il futuro del gruppo industriale, che insieme a Fiat Auto è stato per decenni il principale datore di lavoro privato del Paese, ma che negli ultimi anni ha avviato una "lenta ritirata".

La replica di Fiat Industrial: falso che l'Italia perderebbe 500 mln di tasse
Sono «dichiarazioni e valutazioni completamente false» quelle seguite «ad articoli usciti sui media e affermazioni di alcuni politici e sindacalisti italiani che possono aver ingenerato l'idea che dopo la fusione delle attività di Fiat Industrial e di Cnh il domicilio fiscale della nuova società sarà trasferito dall'Italia alla Gran Bretagna, con notevole danno per il fisco del nostro Paese». Lo afferma Fiat Industrial in una nota aggiungendo: «bisognerebbe infatti ricordare che da molti anni Cnh Global ha la sede legale in Olanda. In Italia invece, come negli altri Paesi, hanno sede le società nazionali che svolgono attività in ogni singola nazione e che continueranno a pagare le tasse dove operano». L'affermazione che l'Italia perderebbe più di 500 milioni di tasse «è quindi assolutamente falsa. Questa cifra deriva dal consolidamento delle tasse di ogni singola azienda del Gruppo in conformità con le leggi locali».

E un portavoce Fiat, la scorsa settimana, secondo quanto ricorda il Ft, aveva detto che «non è nell'agenda odierna» la discussione se trasferire negli Usa il quartier generale del gruppo automobilistico Fiat dopo la fusione con Chrysler, ma «non è arrivato a smentire».

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