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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2013 alle ore 16:25.

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Dal 2010 al 2012 hanno portato avanti una politica del rimborso senza freni: c'è chi si è fatto rimborsare il Gratta e Vinci, chi la serata in discoteca per godersi uno spettacolo lap dance. Da oggi il loro nome è finito sul registro degli indagati. Si tratta di 13 consiglieri regionali calabresi, equamente distribuiti fra centrodestra e centrosinistra (sette e sei) che dovranno comparire davanti ai magistrati della Procura di Reggio Calabria nell'ambito dell'inchiesta sui rimborsi illegittimi del Consiglio regionale.

L'inchiesta è partita qualche mese fa, e riguarda un fiume di fatture ingiustificate, per un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro, finito nei bilanci dei gruppi del Consiglio Regionale della Calabria. I consiglieri si facevano rimborsare tutto: l'iPhone, l'iPad, l'auto di lusso, il pieno del carburante, i viaggi all'estero. Ma anche le bollette della Tarsu, le multe per un parcheggio in divieto di sosta o eccesso di velocità, oppure un caffè da 70 centesimi, il detersivo, le spazzole dei tergicristalli, un weekend di relax a Montepulciano, le ricariche telefoniche. E per non lasciare niente di intentato, anche un bel numero di "Gratta e Vinci".

I nomi
I consiglieri regionali coinvolti sono: Luigi Fedele (attuale assessore regionale del Pdl); Alfonso Dattolo (attuale assessore regionale dell'Udc); Pino Gentile (attuale assessore regionale del Pdl); Alberto Sarra (attuale sottosegretario del Pdl); quindi i consiglieri regionali Agazio Loiero (Autonomia e diritti), Giulio Serra (Insieme per la Calabria), Giuseppe Bova (Misto), Sandro Principe (Pd), Giampaolo Chiappetta (Pdl), Giovanni Bilardi (Eletto senatore in quota Scopelliti presidente), Nino De Gaetano (Pd), Vincenzo Ciconte (Pd), Emilio De Masi (Idv).

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