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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2013 alle ore 14:18.

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Il no ai fondi alle scuole private dell'infanzia ha vinto il referendum consultivo di Bologna con il 59%. Sono i dati definitivi forniti dal sito del Comune. Per l'opzione A hanno votato 50.517 persone: 35.160, pari al 41%, per quella B, in difesa dell'attuale convenzione.

La cronaca di ieri
Bologna, la rossa e dotta città della cultura si spacca oggi (ieri, ndr) proprio sull'educazione e scopre, suo malgrado, che le sfumature possibili di rosso se non sono 50, di sicuro sono almeno due. A rendere edotti i bolognesi circa la nuova scala cromatico-politica e' un referendum sui finanziamenti pubblici alle scuole private. Due i voti possibili: in ordine alfabetico chi voterà A dirà no al sistema, ad oggi in vigore, che consente al Comune di finanziare gli istituti privati, paritari, spesso cattolici; chi sceglierà l'opzione B invece manifestera' l'intenzione di tenere immutato il sistema di erogazione di fondi pubblici.

Fin qui niente di strano: si tratta di legittimo esercizio della democrazia. Strano invece e' che ormai da mesi a Bologna ci siano barricate opposte che vedono fronteggiarsi vecchi amici e alleati politici. Lo stesso Pd (che di certo non brilla per compattezza ma che sotto le Due Torri ha sempre mantenuto una parvenza di granitica resistenza) e' diviso. Due nomi su tutti: Romano Prodi ha dichiarato che voterà B, Francesco Guccini ha detto di essere per la A.

Ad essere d'accordo con il cantautore, poi, c'è una pletora di intellettuali, artisti, studiosi: tra i firmatari dell'appello a votare A si contano Stefano Rodota', Margherita Hack, Andrea Camilleri, Salvatore Settis (rettore della Scuola Normale di Pisa), i Wu Ming, Valeria Golino e Riccardo Scamarcio. La B raccoglie l'assenso di nomi altrettanto eccellenti (già da solo Romano Prodi a Bologna smuove le montagne) dall'economista Stefano Zamagni a Pier Ferdinando Casini. Altro nome illustre a favore della A e' Nichi Vendola che, dando il suo appoggio al comitato promotore del referendum Articolo 33, ha fatto infuriare il sindaco Virginio Merola, favorevole all'opzione B, che giorni fa ha definito il segretario di Sel "vergognoso". E volano le parole grosse. Grosse perché Merola deve avere dimenticato che governa a Bologna in alleanza con il partito di Vendola e che lo stesso governatore della Puglia si e' fatto un giro sotto le Due Torri per chiudere (davanti a una folla enorme in piazza Maggiore) la campagna elettorale del sindaco un paio di anni fa. Scassata l'alleanza, Sel ha dichiarato che rimarrà alleata a tempo determinato nel governo Pd della città, Merola tira dritto e raccoglie l'appoggio di Cisl e Spi. D'altra parte non ce la fa con l'intera Cgil, le responsabili scuola del sindacato invitano a votare A, e così pure i duri e puri della Fiom di Maurizio Landini.

Morale: i risultati si avranno questa sera, ad urne chiuse, la vittoria della A e' pagata tantissimo, le probabilità di vittoria del referendum sulle materne private non sono alte, come ha sintetizzato l'ex segretario Ds Mauro Zani dalle pagine del suo blog: "perderemo credo - ha scritto -. Tuttavia ci sono battaglie che vanno combattute anche a futura memoria". Chiunque vinca resta una crepa cromatico-politica di diverse sfumature di rosso.

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