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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2013 alle ore 10:31.

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NEW YORK - Caro Paul sei un incivile. Carissimi Reinhart e Rogoff, siete in malafede. È questo il senso di uno scontro inusuale fra accademici sia per differenza di vedute che per i toni forti attorno a una polemica istigata da un giovane studente di 28 anni. Ma la posta in gioco non è solo una differenza intellettuale fra teorici: l'oggetto del contendere riguarda le politiche di austerità. È giusto perseguirle? Sì dicono Rogoff e Reinhart perchè al di sopra di un rapporto debito Pil del 90% le economie declinano se non si pongono rimedi ai problemi. No, risponde Krugman, da sempre sostenitore di una politica fiscale molto espansiva, la crescita può esserci eccome, il debito lo risolve dopo.

In una lettera di cinque pagine con altre pagine in appendice, gli economisti Rogoff e Reinhart, di Harvard, scrivono al premio Nobel Krugman che non possono più tollerare il modo incivile con cui li ha attaccati. Krugman ha risposto a sua volta ieri con un articolo sul New York Times accusando i due economisti di aver manipolato i loro dati e di aver fuorviato il pubblico sulle conseguenze di un forte debito, diciamo al di sopra del 90% del Pil. «Caro Paul, abbiamo ammirato il tuo lavoro... Ma è con disappunto che abbiamo sperimentato il tuo comportamento spettacolarmente incivile nelle ultime settimane. Ci hai attaccato sul piano personale senza tregua, prima sul New York Times poi sulla New York Review of Books, aggiungendo l'accusa che non condividiamo i nostri dati. La tua caratterizzazione e fuorviante e vuota sulla nostra posizione con un punto fermo che ti presentiamo con rispetto. La tua logica e l'evidenza che porti sul piano della sostanza delle scelte politiche economiche non è attendibile come tu sostieni».

Domenica Krugman ha risposto di nuovo sul New York Times con un titolo significativo: "Rogoff e Reinhart sono arrabbiati. Il punto resta la questione del limite del 90%":«C'e' molta differenza fra l'affermazione secondo cui "Nazioni con un debito superiore al 90% del Pil hanno una crescita minore rispetto ad altri Paesi con un debito al di sotto del 90% del GDP» e la dichiarazione «La crescita cade drasticamente quando il debito eccede il 90% del Pil». La prima affermazione è vera, la seconda non lo è. E R&R hanno in continuazione giocato in modo ambiguo su questa distinzione».

Tutto nasce nel 2012, quando Thomas Herndon, uno studente di 28 anni per un dottorato di ricerca alla Amherst University, studia uno scritto del 2010 di R&R e identifica un errore nel computo dei dati, sfuggito a tutti. Herndon scrive un "paper" per dimostrare il suo punto di vista. R&R prendono atto dell'errore, lo correggono ma non affermano che questo non cambia le loro assunzioni di fondo. Poi gli interventi di Krugman e le polemiche senza fine.

Resta un fatto incontrovertibile: combattere gli squilibri fiscali con misure di austerità estreme è pericoloso. I fatti dicono di certo una cosa: l'austerità non ha ancora diminuito sensibilmente i rapporti debito-Pil, ma ha creato una forte recessione per la quale, immaginiamo sia R&R che Krugman vorrebbero vedere la luce fuori dal tunnel.

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