Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2013 alle ore 14:04.

My24
Paul KrugmanPaul Krugman

Nicholas Crafts, professore di Economia all’Università di Warwick, recentemente ha scritto sul blog Vox un articolo molto interessante sulla politica economica della Gran Bretagna negli anni 30. Il succo è che la politica monetaria all’epoca trainò la ripresa usando il canale delle aspettative: la Banca d’Inghilterra riuscì a essere credibile nella sua promessa di essere irresponsabile, cioè di generare inflazione.
Ma come ci riuscì? Secondo Crafts, in due modi: la Banca centrale non era indipendente, ma solo una branca del Tesoro britannico, e il Tesoro aveva notoriamente la necessità di generare un po’ di inflazione per far scendere il livello del debito pubblico.

La cosa è strettamente collegata all’analisi della politica economica giapponese nello stesso periodo fatta dall’economista Gauti Eggertsson: anche in Giappone la mancanza di indipendenza della Banca centrale, combinata con un imperativo di bilancio, consentì di modificare le aspettative monetarie in un modo non ortodosso, che era esattamente quello di cui c’era bisogno (magari saltando la parte dell’invasione della Manciuria).

Tutto questo conferma un punto importante, e cioè – come ho detto già agli inizi della crisi – che siamo entrati in un mondo capovolto, dove la virtù è vizio e la prudenza è follia, e dove fare i responsabili è la ricetta sicura per il fallimento economico.
Ed è anche di ottimo auspicio per la Abenomics, che potrebbe funzionare proprio grazie (in parte) a quello che tutti immaginano essere il problema più grande per il Giappone: il suo enorme debito pubblico.

Manuale? Quale manuale?
Ryan Avent, dell’Economist, è rimasto, come me, favorevolmente colpito dall’articolo di Crafts. Sono rimasto un po’ disorientato, però (tanto per suonarmi la grancassa da solo), dal riferimento – che leggendo l’articolo di Crafts mi era sfuggito, ma che Avent ha ripetuto ed enfatizzato nel suo articolo del 13 maggio – all’«approccio da manuale» di innalzare le aspettative di inflazione per sfuggire a una trappola della liquidità.
Esattamente di quale manuale stiamo parlando? Per quanto ne so, fra i testi di economia di base solo Krugman e Wells parlano della trappola della liquidità; di sicuro io e Robin Wells eravamo gli unici a parlarne prima del 2008. E tutto il discorso sulle aspettative di inflazione e la politica monetaria in una situazione di trappola della liquidità come una sorta di versione invertita del problema tradizionale della credibilità – anzi, l’intera riscoperta odierna del problema della trappola della liquidità – nasce da un saggio che ho pubblicato nel 1998, intitolato It’s Baaack: Japan’s Slump and the Return of the Liquidity Trap (È tornata! La crisi giapponese e il ritorno della trappola della liquidità).
Non lo dico solo per autopromozione (anche se ovviamente una parte di autopromozione c’è): ritengo che uno dei motivi per cui sono riuscito a seguire con una certa efficacia la recessione in corso è proprio perché ragiono da molto tempo sulle problematiche legate alla trappola della liquidità: anni prima che lo facesse chiunque altro.

© 2013 The New York Times
(Traduzione di Fabio Galimberti)

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi