Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2013 alle ore 19:53.

My24

I pochi deputati presenti oggi alla Camera davano tutti la stessa lettura: non poteva esserci miglior risultato per il Governo. A remare a favore delle larghe intese ci sono vari fattori ma il primo e più importante è il flop di Beppe Grillo. Il Movimento 5 Stelle a Roma perde più della metà dei voti rispetto alle scorse elezioni politiche e il candidato sindaco grillino non riesce neppure a sfiorare la possibilità di andare in ballottaggio con i candidati Pd e Pdl. Un risultato che indebolisce il Movimento che oggi è il primo partito di opposizione in Parlamento contro l'Esecutivo Letta. Insomma, il segnale di disaffezione degli elettori verso i grillini "premia" la scelta del Governo e dei partiti che lo sostengono anche se c'è il dato dell'astensione a preoccupare. Un dato che viene letto - però - da diverse angolazioni. Per molti parlamentari anche l'alto numero di elettori che non è andato a votare deve essere interpretato non come una bocciatura del Governo visto che comunque Pd e Pdl non sono stati nè insidiati o scalzati dal 5 Stelle.

I risultati diversi di Pd e Pdl allontanano le urne
La tenuta del Pd e soprattutto la possibile vittoria a Roma - visto che Ignazio Marino è in vantaggio di almeno 10 punti su Gianni Alemanno - ha un effetto stabilizzante sulle larghe intese e concede più tempo al partito per costruire il congresso. Una debacle dei Democratici avrebbe avuto un effetto shock accendendo nuovi scontri e accelerando la fase congressuale con probabili ripercussioni anche sul Governo Letta. Ma ad allontanare le urne è soprattutto il risultato deludente per il Pdl. Se finora i falchi del partito spingevano Silvio Berlusconi a tenere una campagna elettorale permanente per staccare la spina anche in autunno, l'arretramento a Roma dà un colpo di freno alla corsa per le elezioni politiche. Dunque, anche l'altro partito delle larghe intese adesso ha tutto l'interesse a non creare fibrillazioni sull'Esecutivo Letta. Anzi. Nonostante Silvio Berlusconi si sia intestato il rinvio dell'Imu, questo non ha avuto effetti sulla campagna elettorale delle amministrative dove il Pdl non raccoglie frutti.

Astensione: un segnale preoccupante per i partiti principali
C'è un solo dato che allarma sia Pd che Pdl: l'alta astensione al voto amministrativo e soprattutto a Roma. Il timore è che proprio le larghe intese - assottigliando le differenze e le identità politiche - creino maggiore distacco e indifferenza nei rispettivi elettorati. Ed è un problema che si pone più per il Pdl che non per per il Pd che con il congresso e poi con le primarie può rimotivare la propria base. Per il partito di Berlusconi - invece - conterà piuttosto scegliere la tempistica del voto: tra lo spettro di Matteo Renzi e l'assenza di altri leader all'infuori del Cavaliere, il rischio di sconfitta potrebbe essere più alto.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi