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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2013 alle ore 21:24.

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La riunione è fissata per oggi alle 16,30. Senatori e deputati M5S si vedranno a Montecitorio per un'assemblea congiunta, la prima dall'ultimo appuntamento a cui prese parte Beppe Grillo. Sul tavolo anche i risultati delle amministrative, con un responso elettorale che alcuni tra i parlamentari stellati annoverano tra le conquiste e altri etichettano come un vero e proprio flop. Al j'accuse di Grillo sul blog, ieri ha fatto seguito un altro post in cui il leader stellato è tornato anche sul capitolo dissidenti: di accordi con il Pd non se ne fanno - ha ribadito Grillo ai suoi - se qualche parlamentare la pensa diversamente può accomodarsi, «è meglio buttarsi nel vuoto da soli che essere spinti».

Intanto, però, il M5S per la prima volta "sposa" una proposta di altri. E lo fa votando compatto per la mozione Giachetti per il ritorno al Mattarellum. Grillo oggi non ci sarà, ma fa sentire il fiato sul collo ai suoi parlamentari. Il suo diktat rimbalza in un lampo a Montecitorio e genera tensioni tra le voci critiche del Movimento. La maggior parte si mostra restia a rilasciare dichiarazioni, complice il nuovo "caso spie" scoppiato alla Camera. A innescarlo una e-mail inviata dalla capogruppo Roberta Lombardi ai suoi, in cui si rimprovera la continua fuga di notizie: «Grazie per averci tolto anche la possibilità di parlarci in libertà. Sei una merda, chiunque tu sia».

Alcuni deputati stellati temono la resa dei conti che potrebbe andare in scena domani, al termine di una serie di voci su possibili fuoriuscite di singoli parlamentari dai gruppi. Un "antipasto" è stato servito oggi da Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera in quota 5 Stelle, che su Facebook ha bacchettato Tommaso Currò per l'intervista rilasciata a Il Mattino, con «dichiarazioni chiaramente in malafede», l'accusa mossa da Di Maio. Currò non replica e incassa il colpo, «oggi non rilascio dichiarazioni alla stampa», taglia corto. Anche Adriano Zaccagnini, altra voce critica del Movimento, sceglie la via del silenzio: «vediamo che succede in assemblea, prenderò atto di quel che verrà detto».

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