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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 17:07.

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Riccardo Nuti, nuovo capogruppo alla camera del M5S. (Imagoeconomica)Riccardo Nuti, nuovo capogruppo alla camera del M5S. (Imagoeconomica)

Il ddl sui rimborsi elettorali «è un vittoria morale per il M5S che ha imposto l'agenda politica al Governo, ma è una legge-truffa, una presa in giro per i cittadini che continueranno a pagare per far campare i partiti»: così i deputati M5S che annunciano proteste clamorose.

«Di fatto - prosegue la nota dei deputati M5S - a riempire le casse delle forze politiche saranno sempre gli italiani tramite risorse che saranno sottratte al bilancio dello Stato. Non solo il finanziamento ai partiti non avrà efficacia hic et nunc, come invece previsto dalla proposta di legge a 5 stelle, dato che si spalma su tre anni, ma con la misura sull'inoptato i partiti imporranno una sorta di prelievo forzoso ai contribuenti».

«Proprio come accade con l'otto per mille alla Chiesa, infatti, il due per mille non è espressamente destinato alle forze politiche sarà comunque distribuito ai partiti, entro una certa quota, in modo proporzionale rispetto alle somme stanziate in via esplicita. Equivale a dire: "O me li dai o li prendo da me". In questo modo le forze della maggioranza tentano di salvare le penne. Sanno bene, infatti, che se i cittadini potessero decidere in piena libertà, lascerebbero questi partiti a bocca asciutta».

«Con il provvedimento odierno - conclude la nota Cinquestelle - il governo fa la voce grossa, caccia il finanziamento pubblico dalla porta e poi lo fa gentilmente rientrare dalla finestra con tante scuse. E lo definisce esplicitamente "finanziamento pubblico". Ma come? Non era stato abrogato e sostituito con un referendum vent'anni fa? Il MoVimento 5 Stelle annuncia proteste clamorose». (ANSA)

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