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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 12:45.

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Il giorno dopo l'attacco a Rodotà, il leader del Movimento 5 Stelle frena: «non credo di aver offeso il professor Rodotà», scrive sul suo blog, perché «le parole "ottuagenario miracolato dalla Rete" le ha dette lui stesso in una telefonata con me». Rodotà, continua l'ex comico, «non é il presidente del M5S, ha un'altra storia politica, che coerentemente, mantiene. La sua onestà non é in dubbio e neppure la sua intelligenza. Non per questo posso assistere impassibile alla costruzione di un polo di sinistra che ha come obiettivo la divisione del M5S in cui lui si é posto, volente o nolente, informato o meno, come punto di riferimento». Insomma, Grillo assicura: non mi faccio scippare M5s.

L'ex comico: Rodotà appartiene alla sinistra
Il punto di partenza (ma anche quello di arrivo) del ragionamento di Grillo è che «Rodotà appartiene alla sinistra, è stato presidente del Pds, poi messo in un angolo come un ferrovecchio dall'attuale dirigenza pdmenoellina che, a presidenziali aperte, non ha ritenuto di fargli neppure una telefonata, ma anzi gli ha chiesto il ritiro della candidatura attraverso sua figlia».

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L'aspetto umano e quella telefonata che non è arrivata
«C'è poi un piccolo aspetto umano - osserva Grillo -, certo in politica non c'è riconoscenza, né me la aspetto. Ma se il professor Rodotà aveva delle critiche da farmi forse poteva alzare il telefono, lo avrei ascoltato. Invece - conclude Grillo - ha scelto il Corriere della Sera per una critica a tutto campo a pagina intera subito dopo le elezioni amministrative».

L'attacco all'esecutivo Letta
«Il M5S - sottolinea Grillo - non è nato per diventare il Soccorso Rosso di Vendola e Civati, di Delrio o di Crocetta. È una forza popolare che è del tutto indifferente alle sirene della sinistra e della destra che in realtà sono la faccia della stessa medaglia». Quindi, una attacco all'esecutivo Letta: «Assistiamo all'assurdo di un governo che vuole combattere l'evasione fiscale sostenuto da Berlusconi, condannato in secondo grado per evasione fiscale».

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