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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 17:41.

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Niente televisione aveva detto solo qualche mese fa perché, lui che di tv ne ha fatta tanta, sa bene come un'inquadratura piuttosto che un'altra possa fare la differenza, sa bene che se non reagisci immediatamente alle provocazioni degli avversari politici il tuo messaggio passerà per poco convincente. Ma la posizione di Beppe Grillo si è poco per volta ammorbidita. In vista della campagna elettorale per le amministrative è arrivato il primo via libera nel movimento: i 5 Stelle sono stati autorizzati ad andare in tv, eccezion fatta per i talk show. Troppo rischiosi quei botta e risposta per chi davanti a una telecamera non è mai stato.

E poi nel Tutti a casa tour, Beppe Grillo lo ha confessato: sta pensando di tornare in tv. Da leader politico, per dire la sua. Il risultato poco brillante delle amministrative ha fatto il resto. Sulla rete piovono messaggi dei simpatizzanti che chiedono ai pentastellati di non rinunciare al piccolo schermo. Pure l'ideologo del movimento Franco Becchi ha dichiarato che «c'è bisogno di maggiore visibilità».
Per il veto del capo, anzi dei capi (Grillo e Casaleggio) alla tv, c'è chi è stato cacciato dal movimento per aver disubbedito. Come Marino Mastrangeli, espulso per aver accettato l'invito di Barbara D'Urso a Pomeriggio Cinque e per essersi mostrato recidivo partecipando ad altre trasmissioni tv. I casi più eclatanti sono stati quelli di Federica Salsi e Giovanni Favia. Quest'ultimo allontanato dal movimento in seguito alle dichiarazioni (un fuorionda a Piazzapulita di Corrado Formigli) contro il cofondatore («Casaleggio prende per il culo tutti perché da noi la democrazia non esiste»). Federica Salsi è stata cacciata per aver detto sì a Ballarò ed essersi seduta nel salotto tv di Giovanni Floris. Grillo la attaccò utilizzando una metafora sessuale e definendo la tv «il punto g, quello che ti dà l'orgasmo nei salotti dei talk show». Una parte dei simpatizzanti la difese, un'altra era d'accordo con il leader.

Che dopo l'exploit delle politiche una svolta (comunicativa) fosse necessaria lo avevano capito in molti. Solo poche settimane fa lo stesso Grillo a Roma, si è concesso per la volta alla stampa (italiana) in una lunga conferenza- show. E ora la delusione delle amministrative ha accelerato i tempi, con Grillo impegnato in prima persona a istruire i suoi su insidie e trabocchetti che possono nascondersi nei salotti più o meno patinati della tv. Al primo incontro nella sede della Casaleggio e Associati a Milano partecipano una decina di parlamentari, tra i quali il capogruppo a Palazzo Madama, Vito Crimi, e i deputati Roberto Fico, Laura Castelli, Paola Carinelli, Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, oltre alle senatrici Paola Taverna e Laura Bottici.

Le lezioni di comunicazione, televisiva soprattutto, non sono certo una novità nel panorama politico. Ciò che salta all'occhio è la svolta di Grillo e Casaleggio. Evidentemente consapevoli di come la rete, sola, a questo punto non basti più al movimento. Resta da vedere come i pentastellati riusciranno (se riusciranno) a non farsi intrappolare - secondo la stessa definizione di Grillo (in occasione della scomunica della Salsi) - «in una gabbia di un circo, come su un trespolo», a non farsi «macellare», «come un agnello masochista» che risponde «per i quattro minuti che ti sono concessi a domande preconfezionate». Grillo ha sostenuto che «presentarsi sul piccolo schermo, aspettando che il conduttore ti dia la parola, è controproducente per un Movimento che ha sempre fatto della rete il suo strumento principe».

Che il leader 5 Stelle conosca bene la tv è fuor di dubbio, se saprà istruire i suoi e trasmettergli i segreti del piccolo schermo è altra cosa, però. Intanto è lui il primo brand con cui gli utenti italiani di Facebook hanno interagito nei primi quattro mesi del 2013: la sua pagina ha registrato 14,3 milioni di interazioni (engagement) con gli utenti.

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