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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2013 alle ore 15:23.

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(Reuters)(Reuters)

I tagli alla sanità stanno creando qualche problema tra Madrid e Bruxelles. E potrebbero avere ricadute negative anche sull'immagine del Paese e sul turismo che contribuisce a formare il 12% del Pil spagnolo.

La Commissione europea ha espresso infatti «preoccupazione» e ha inviato alla Spagna una «richiesta di informazioni» perché alcuni ospedali iberici non avrebbero accettato le tessere sanitarie di turisti comunitari, facendo pagare agli stessi turisti prestazioni mediche che, secondo le regole dell'Unione, dovrebbero invece essere gratuite per i cittadini dei Paesi membri. L'intervento di Bruxelles è stato sollecitato da una lunga serie di denunce fatte da turisti stranieri e da compagnie di assicurazione.

Secondo le norme comunitarie, la tessera sanitaria europea dà diritto a ricevere all'interno dell'Unione (quindi sul territorio dei 27 Paesi membri ai quali si sono aggiunti Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) lo stesso trattamento garantito ai cittadini del Paese ospitante: in Spagna dunque, un turista italiano, uno tedesco o uno inglese hanno diritto a ricevere le stesse prestazioni garantite ai cittadini spagnoli, e gratis come previsto generalmente dal sistema sanitario nazionale spagnolo, in modo particolare per il pronto soccorso.

Centinaia di segnalazioni inviate a Bruxelles a partire dal 2010 hanno tuttavia descritto come negli ospedali spagnoli spesso la tessera sanitaria di altri Paesi dell'Unione non venga accettata, e come ai turisti stranieri venga chiesto di coprire le spese mediche con la loro assicurazione sanitaria o pagando direttamente con la loro carta di credito. La Bbc ha riportato i casi di due cittadini britannici sottoposti a cure d'urgenza, dopo essere arrivati all'ospedale in gravi condizioni di salute, ai quali è stato chiesto di pagare il trattamento con la loro assicurazione di viaggio.

Dal ministero della Sanità di Madrid hanno fatto sapere che «la tessera sanitaria europea ha sempre funzionato secondo le regole comunitarie e che è sempre il cittadino a decidere che documenti firmare e quindi quale trattamento accettare», aggiungendo che «il governo farà luce sulle denunce», ma che non ci sono prove di pressioni ricevute da turisti perché pagassero le cure ospedaliere.

La stessa Commissione ha spiegato che con la richiesta di informazioni non intende accusare gli ospedali spagnoli di fare cassa negando le prestazioni mediche. Ma i tagli alla spesa hanno di certo una ricaduta sui servizi garantiti negli ospedali: la sanità in Spagna dipende infatti dalle amministrazioni regionali alle quali è stato chiesto uno sforzo notevole negli ultimi tre anni per limitare il deficit di bilancio. Alcune delle regioni più in rosso sono anche tra le più importanti mete turistiche del Paese: Catalogna, Baleari, Canarie e Andalusia.

La richiesta di informazioni della Commissione è il primo passo della procedura di infrazione: il governo spagnolo ha due mesi di tempo per rispondere all'ingiunzione e correggere la situazione. Se non lo farà la procedura di infrazione sarà completata e il caso sarà sottoposto al Tribunale di Giustizia del Lussemburgo.

Ma per la Spagna la questione è molto più rischiosa. Il Paese, al suo secondo anno di recessione, ha nel turismo un elemento di forza che non può essere compromesso: le strutture ricettive spagnole accolgono quasi 55 milioni di turisti all'anno dall'estero (superati solo da Francia, Usa e Cina). E anche nei primi tre mesi dell'anno i turisti stranieri sono aumentati del 2,3% arrivando, a circa 9,5 milioni di persone: il massimo dal 2008, ottenuto sulla spinta degli arrivi da Germania, Francia e Paesi nordici.

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