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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2013 alle ore 13:36.

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La crescita nasce anche da un impegno forte contro la piaga della corruzione e quella dell'evasione fiscale. Lo ha sottolineato il presidente del Senato Pietro Grasso, che ha aperto oggi ad Ascoli Piceno l'assemblea generale di ItaliaCamp 2013. Alla manifestazione partecipano, tra gli altri, Raffalele Bonanni, Antonio Catricalà, Pierluigi Celli, Gianni Letta, Antonio Mastrapasqua e Francesco Starace. La corruzione e l'evasione fiscale, ha ricordato Grasso, sono i nemici della crescita contro i quali «bisogna concentrare gli sforzi». Ma per agganciare la ripresa occorre anche
potenziare l'innovazione, la ricerca ma anche l'istruzione e la formazione.

Le perdite dell'Europa a causa dell'evasione fiscale
Nel suo intervento il presidente del Senato ha sottolineato che l'Unione perde, ogni anno, circa mille miliardi di euro di entrate a causa delle frodi e dell'evasione fiscale: importo pari a 6 volte il bilancio annuale Ue. Situazione d'allarme anche per il riciclaggio di denaro: su un totale di 2mila miliardi di capitali di provenienza illecita, la matrice delittuosa - ha spiegato Grasso - viene occultata per oltre 1500 miliardi.

Dalla lotta all'evasione risorse per la crescita
«Una decisa azione di contrasto a questi dati - ha sottolineato Grasso - consente di recuperare ingenti risorse economiche, che possono essere destinate ad altre utilità di interesse sociale». Grasso ha anche messo nel mirino i reati contro la proprietà intellettuale, la contraffazione e la violazione di marchi e brevetti, che danneggiano l'attività delle imprese. Infine, una critica particolare il presidente del Senato l'ha rivolta alla corruzione che - ha ricordato Grasso - resta il reato più grave e nocivo per la crescita. «I suoi costi in termini economici e di fiducia dei cittadini - ha spiegato - sono incalcolabili. Non a caso, la lotta alla corruzione é ormai una priorità anche nelle agende politiche internazionali. La corruzione, secondo il codice penale, é un reato contro al pubblica amministrazione, ma che in realtà colpisce l'intero tessuto economico e sociale del nostro paese. Danneggia le imprese, i cittadini onesti e capaci, favorisce la concentrazione della ricchezza in capo a coloro che accettano e beneficiano del mercato corruttivo, a scapito di coloro che invece, si rifiutano di accettarne le condizioni. Distorce la concorrenza e - ha concluso il presidente dell'assemblea di Palazzo Madama - impone alle azienda costi aggiuntivi non sostenibili nel medio periodo, se non con altre condotte illecite».

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