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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2013 alle ore 20:47.

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Una nuova sfida per il premier. Dopo il taglio del finanziamento pubblico ai partiti, con il ddl che ha ottenuto il via libera del consiglio dei ministri (ma che ha destato anche i mal di pancia delle tesorerie), la riforma delle modalità per eleggere il presidente della Repubblica, a favore di un meccanismo più diretto e che coinvolga i cittadini, diventa il nuovo banco di prova per il presidente del Consiglio Enrico Letta e per la tenuta dell'esecutivo di larghe intese. Ieri, nel corso del suo intervento al festival dell'Economia di Trento, il premier ha avvertito: «Non credo potremmo più eleggere il presidente della Repubblica in quel modo lì, perchè assegnare questa elezione a mille persone non è più possibile». Due sembrano le ipotesi: sistema presidenziale o semipresidenziale.

Sì del Pdl, Napolitano: modificare la legge elettorale
Un'apertura a una modifica dell'attuale sistema di elezione del capo dello Stato che intercetta i desiderata del Pdl, favorevole all'elezione diretta del presidente della Repubblica, tanto che il vicepremier e segretario politico Angelino Alfano raccoglie immediatamente l'assist: parlando a margine della parata del 2 giugno, il ministro dell'Interno spiega che «se riuscissimo a farla (la riforma, ndr) sarebbe una grande prova di democrazia». Insomma, semaforo verde dal Popolo della Libertà.

Nel giorno della Festa della Repubblica, interviene anche il capo dello Stato: ricorda che su un'evoluzione in senso presidenziale delle riforme non dirà nulla, «né stasera nè poi», ma sottolinea anche che la priorità ora è la modifica della legge elettorale perché - spiega Napolitano - può darsi che arrivi una sentenza della Consulta. Insomma, occorre uscire da questo nodo. Il presidenzialismo, si legge tra le righe, non ha la priorità.

Vendola: il presidenzialismo sbandamento culturale
L'apertura di Letta non piace a Sel, che con Nichi Vendola bolla il presidenzialismo come «segno di uno sbandamento culturale». Perplesso anche il giurista Stefano Rodotà. Parlando dal palco della manifestazione di Libertà e giustizia a Bologna, il costituzionalista ammette: «Sono rimasto stupito che un politico accorto come l'attuale presidente del consiglio Letta, abbia detto che il prossimo presidente della Repubblica non sarà eletto con il sistema dei grandi elettori. Come ho detto prima, loro non ci sono riusciti e vogliono uscire dalle loro difficoltà per la via delle riforme istituzionali».

Grillo: c'è la crisi e il governo si balocca con il presidenzialismo
Anche Grillo attacca: di fronte a una crisi economica sempre più allarmante, osserva il leader di Mds sul suo blog, «il governo fa solo proclami e si balocca con il presidenzialismo, la legge elettorale che verrà, sotto gli occhi vigili di Napolitano». Frena anche la Lega. «Il capo dello Stato lo abbiamo appena eletto, mi pare francamente una riforma adesso assolutamente inutile», afferma il governatore della Lombardia Roberto Maroni. (An.C.).

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