Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2013 alle ore 11:33.

My24
(Ap)(Ap)

Negli Stati Uniti la National Security Agency e l'Fbi hanno diretto accesso ai server di nove giganti della Rete: Microsoft, Yahoo, Google, Facebook, PalTalk, Aol, Skype, YouTube, Apple, dai quali prelevano audio e video, fotografie, e-mail, documenti e contatti. Questo quanto rivela oggi il Washington Post (qui il grafico pubblicato sul sito del quotidiano) che cita documenti riservati, scoop che va oltre le prime rivelazioni del Guardian di ieri. Ne nove aziende, sottolinea il Washington Post, hanno fornito accesso alle autorità federali«consapevolmente». Insomma tutto il gotha del web e dei sistemi di tlc Usa e dunque mondiali collaborava con il governo degli Stati Uniti.

Dopo la smentita di Apple, ci arriva stamane la replica di Google: «Google - si legge in un comunicato - si preoccupa seriamente della sicurezza dei dati degli utenti. Forniamo dati ai governi in conformità con la legge e rivediamo con grande attenzione tutte le richieste che ci vengono fatte. Di tanto in tanto qualcuno avanza la supposizione che abbiamo creato una back door, ossia un accesso privilegiato per consentire al governo l'accesso ai nostri sistemi, ma Google non ha una back door attraverso cui il governo possa accedere ai dati privati degli utenti»

Il programma, nome in codice Prism, non era stato reso pubblico finora. Prism, scrive il giornale, è nato nel 2007 sulle ceneri del controverso programma segreto di sorveglianza di George W. Bush basato sul Patriot Act varato all'indomani del 11 settembre 2011. Con una dichiarazione diffusa nella tarda serata di ieri, il direttore della Nationals Security Agency, James R. Clapper ha definito «le informazioni raccolte grazie a questo programma tra le più importanti informazioni di intelligence ottenute, usate per proteggere la nostra nazione da una grande varietà di minacce. La diffusione non autorizzata di informazioni su questo programma importante e interamente legale mette a rischio tutele essenziali per la sicurezza degli americani».

Nella notte lo scandalo Prism della Nsa americana ha assunto dunque dimensioni ben maggiori, rispetto alle prime rivelazioni del Guardian. L'Amministrazione ha detto che sotto gli occhi del programma Prism non sono finiti cittadini statunitensi.

Cos'è accaduto
È stato ieri il quotidiano britannico Guardian a pubblicare il documento secondo cui la National Security Agency (Nsa) raccoglie ogni giorno i dati associati alle comunicazioni degli utenti di Verizon, uno dei principali operatori di telefonia fissa e mobile negli Usa. Che però escludevano i contenuti delle discussioni. La rivelazione arriva e ieri un alto funzionario dell'amministrazione Obama, ha confermato la raccolta di dati sulle telefonate di milioni di utenti. La notizia ha riacceso il confronto sui confini della privacy per i cittadini degli Stati Uniti. Aveva già sollevato polemiche la scoperta un mese fa della sorveglianza sui tabulati di alcuni giornalisti dell'Associated Press e di un reporter di Fox News su richiesta del Department of Justice.

Cosa s'è «telephony metadata»
Lo scorso aprile la Nsa ha ricevuto dall'Fbi l'incarico di archiviare i dati associati alle comunicazioni dei clienti di Verizon che si trovano negli Stati Uniti o all'estero. Sono state escluse le conversazioni originate fuori dai confini degli Usa e dirette verso utenti all'estero. È una gamma di informazioni definita "telephony metadata": semplificando, si tratta di un'estensione dei tabulati che include dati come i numeri del chiamante e del chiamato, i codici identificativi dei dispositivi mobili adoperati, la durata, i percorsi di routing. Non rientrano nel monitoraggio "telephony metadata" sui contenuti delle conversazioni, i nomi delle persone, i loro indirizzi. Il provvedimento era destinato a essere reso pubblico nel 2038. La Nsa è l'agenzia incaricata della protezione della sicurezza delle telecomunicazioni negli Usa. Verizon ha circa 100 milioni di clienti.

Un programma nato nel 2005
Dopo la diffusione del documento è iniziato un minuzioso scrutinio del testo. Le prime ricostruzioni del Washington Post osservano che si tratta del rinnovo periodico di un provvedimento deciso per la prima volta nel 2005 e non risulta collegato a indagini specifiche: sarebbe un atto che permette agli operatori telefonici di proteggersi da eventuali battaglie giudiziarie in tribunale. Ma, osserva il quotidiano della capitale Usa, diventa la prima testimonianza documentale dell'ampiezza delle attività di sorveglianza in corso negli Stati Uniti. Il Wall Street Journal scrive che è stato pubblicato uno dei pochi testi resi noti della Foreign Intelligence Surveillance Court.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi