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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2013 alle ore 11:33.

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Cos'è accaduto
Un documento appena pubblicato dal quotidiano britannico Guardian rivela che la National Security Agency (Nsa) raccoglie ogni giorno i dati associati alle comunicazioni degli utenti di Verizon, uno dei principali operatori di telefonia fissa e mobile negli Usa. Il provvedimento esclude in modo esplicito i contenuti delle discussioni. La rivelazione arriva e ieri un alto funzionario dell'amministrazione Obama ha confermato la raccolta di dati sulle telefonate di milioni di utenti. La notizia ha riacceso il confronto sui confini della privacy per i cittadini degli Stati Uniti. Aveva già sollevato polemiche la scoperta della sorveglianza sui tabulati di alcuni giornalisti negli Usa.

Le informazioni registrate
Lo scorso aprile la Nsa ha ricevuto dall'Fbi l'incarico di archiviare i dati associati alle comunicazioni dei clienti di Verizon che si trovano negli Stati Uniti o all'estero. Sono state escluse le conversazioni originate fuori dai confini degli Usa e dirette verso utenti all'estero.

È una gamma di informazioni definita "telephony metadata": semplificando, si tratta di un'estensione dei tabulati che include dati come i numeri del chiamante e del chiamato, i codici identificativi dei dispositivi mobili adoperati, la durata, i percorsi di routing. Non rientrano nel monitoraggio "telephony metadata" sui contenuti delle conversazioni, i nomi delle persone, i loro indirizzi. Il provvedimento era destinato a essere reso pubblico nel 2038. La Nsa è l'agenzia incaricata della protezione della sicurezza delle telecomunicazioni negli Usa. Verizon ha circa 100 milioni di clienti.

Le analisi
Dopo la diffusione del documento è iniziato un minuzioso scrutinio del testo. Le prime ricostruzioni del Washington Post osservano che si tratta del rinnovo periodico di un provvedimento deciso per la prima volta nel 2005 e non risulta collegato a indagini specifiche: sarebbe un atto che permette agli operatori telefonici di proteggersi da eventuali battaglie giudiziarie in tribunale. Ma, osserva il quotidiano della capitale Usa, diventa la prima testimonianza documentale dell'ampiezza delle attività di sorveglianza in corso negli Stati Uniti. Il Wall Street Journal scrive che è stato pubblicato uno dei pochi testi resi noti della Foreign Intelligence Surveillance Court.

Nelle scorse settimane aveva già aperto un'infuocata discussione la scoperta della registrazione dei tabulati delle chiamate di giornalisti dell'Associated Press e di un reporter di Fox News su richiesta del Department of Justice.

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