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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2013 alle ore 18:30.
L'ultima modifica è del 07 giugno 2013 alle ore 15:56.

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Ma la polemica infuria. Perché Prism è solo il più recente e eclatante tassello di una enorme rete di spionaggio domestico e non solo condotto all'insaputa del pubblico, che comprende anche controlli sulle telefonate quotidiane gestite da Verizon come anche da ATT e Sprint con le loro centinaia di milioni di utenti.

Questo programma è stato svelato soltanto nelle ore precedenti, inizialmente per Verizon e poi per gli altri leader della telefonia fissa e cellulare. In questo caso le autorità non dovrebbero ascoltare il contenuto delle conversazioni, ma ottengono comunque grandi quantità di meta-dati da analizzare: durata, ora e luogo delle chiamate, ufficialmente per identificare coincidenze sospette e identificare il comportamento di potenziali terroristi.

Non basta: sotto stretta osservazione della Nsa, in maniera simile, sono ormai tutte le attività online, da chat a e-mail. E anche le transazioni effettuate con le carte di credito: raccoglierebbe in dettaglio i dati relativi agli acquisti compiuti con le carte, grazie all'accesso a informazioni in mano sia alle banche che alle società emittenti.
Questo vasto apparato di sicurezza è entrato in vigore progressivamente dopo gli attentati di Al Qaeda nel 2001, ma le sue dimensioni e la sua penetrazione nella società civile affiorano soltanto oggi, grazie alle rivelazioni di quotidiani dal Guardian, che ha pubblicato gli ordini top-secret della Fisa, al Washington Post.

Complessivamente, la Fisa quest'anno avrebbe già approvato oltre 200 richieste governative di sorveglianza dietro le quinte - erano una manciata nel 2008 - senza bocciarne nessuna. Le rivelazioni hanno generato strenue difese ufficiali dei programmi, ma anche altrettanto dure accuse di eccessi e violazioni dei diritti dei cittadini e della loro privacy. L'amministrazione di Barack Obama ha rivendicao la necessità dei programmi per proteggere la popolazione americana e i business dalla minaccia del terrosismo. E in Congresso influenti leader repubblicani e democratici, da Saxby Chambliss a Dianne Feinstein e Harry Reid, hanno sottolineato che il Parlamento è al corrente e che le strategie esistono da tempo.

Le associazioni dei diritti civili, numerosi accademici e anche non pochi parlamentari hanno pero' lanciato l'allarme: le operazioni di spionaggio sui cittadini sono troppo ampie e generalizzate per essere giustificate e i controlli da parte di organismi a loro volta segreti quali la Fisa Curt appaiono inadeguati a proteggere le libertà costituzionali. Sotto accusa sono soprattutto le scelte politiche dell'amministrazione di Barack Obama: si moltiplicano le critiche che lo considerano troppo simile al suo predecessore repubblicano George W. Bush, erede e continuatore di eccessivi programmi di sicurezza nazionale.

L'ultimo episodio è esploso dopo le polemiche già in corso sull'aggressivo uso dei droni per uccidere presunti terroristi all'estero, un programma che adesso passerà dai servizi segreti alle forze armate proprio per garantire maggior supervisione. Come anche la difficoltà finora a chiudere il carcere speciale di Guantanamo. Di recente, soprattutto, sono venute alle luce intercettazioni segrete e a tappeto ai danni di giornalisti dell'agenzia di stampa AP nell'ambito di indagini su fughe di notizie legate a un'operazione anti-terrorismo in Yemen. I critici, oltretutto, imputano a Obama avrebbe di aver tradito le sue promesse: in campagna elettorale si era ripetutamente impegnato a voltare pagina sui diritti civili e la sicurezza rispetto alla presidenza Bush.


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