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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2013 alle ore 08:15.

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Hollande: L'Abenomics una buona notizia. Facciamolo in EuropaHollande: «L'Abenomics andrebbe esportata in Europa» Hollande: L'Abenomics una buona notizia. Facciamolo in EuropaHollande: L'Abenomics una buona notizia. Facciamolo in EuropaHollande: L'Abenomics una buona notizia. Facciamolo in EuropaHollande: L'Abenomics una buona notizia. Facciamolo in Europa

L'Abenomics, con la sua enfasi sulla crescita e la capacità di sprigionare fiducia, è una buona notizia per l'Europa: lo ha detto François Hollande nel corso della sua vita a Tokyo. Il presidente francese ha detto di sperare che l'insieme delle politiche economiche promosse dal premier giapponese Shinzo Abe abbia successo e sottolineato che il fatto che un Paese come il Giappone decida di porre fine alla deflazione è positivo anche per un'Europa che ha altrettanto bisogno di crescita e di fiducia. Tuttavia Hollande ha detto che queste politiche non sono necessariamente trasferibili in Europa in quanto «il Giappone può decidere in modo sovrano la sua politica monetaria» mentre la Francia e gli altri paesi dell'Eurozona devono agire insieme (il tono è parso rammaricato, come se si inserisse nel recente crescendo di critiche francesi a Bruxelles):

«Le regole non sono le stesse: non c'è, che io sappia, una Commissione asiatica». Il titolare del'Eliseo non ha mancato, comunque, di ribadire che il Giappone deve evitare di promuovere un indebolimento artificiale dello yen. Quanto ai negoziati appena avviati per un Free Trade Agreement tra Unione Europea e Giappone, si è detto favorevole a patto che Tokyo affronti con decisione il problema delle barriere non tariffarie.
Nella prima visita ufficiale da 17 anni di un capo di stato francese in Giappone, Hollande è accompagnato da sei ministri e una quarantina di top executive delle imprese francesi: al proposito di intese economiche si aggiunge l'intento di rassicurare Tokyo, allarmata dalle mosse di Parigi per sviluppare una più intensa relazione con la Cina. Sono stati firmati una serie di accordi commerciali e culturali. In particolare, si profila una ancora più stretta collaborazione tra i due Paesi nel settore nucleare, compreso il settore delle esportazioni che di recente ha visto la vittoria per una maxicommessa in Turchia di un consorzio franco-nipponico. Dietro le quinte, Hollande ha certamente premuto perché le due grandi compagnie aeree giapponesi smettano di rivolgersi in modo quasi esclusivo a Boeing e comprino Airbus.

Sul piano politico, i due governi hanno concordato di tenere riunioni periodiche al più alto livello (esteri, difesa) sui temi della sicurezza. Hollande ha cercato di rassicurare Tokyo sul fatto che le attrezzature sofisticate che Parigi di recente ha deciso di vendere alla Cina non potranno avere un utilizzo militare (difficile che i giapponesi ne siano stati convinti). I due Paesi inizieranno discussioni per uno sviluppo congiunto di equipaggiamenti militari. Da ultimo, il presidente ha colto l'occasione della conferenza stampa con Abe per chiedere la liberazione immediata dei due giornalisti francesi in Siria di cui non si hanno più notizie.

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