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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2013 alle ore 11:42.

"Un buon punto di partenza per impostare finalmente una stagione
efficace di pianificazione urbanistica e ambientale all'insegna di
un'effettiva sostenibilità", così il presidente dell'Istituto
Nazionale di urbanistica, Federico Oliva, definisce la proposta di
legge AC/70 Norme per il contenimento del consumo di suolo e la
rigenerazione urbana presentata alla Camera da Ermete Realacci (e al
Senato da Linda Lanzillotta) e firmata da 75 deputati.
Il presidente dell'Inu spiega: "E' un passo fondamentale e ampiamente
positivo nella lotta al consumo di suolo. Tuttavia alcune prese di
posizione assai critiche apparse in questi giorni sulla stampa
nazionale e firmate da autorevoli personaggi utilizzano argomentazioni
parziali e in parte non corrispondenti ai contenuti della proposta di
legge, che rendono necessarie alcune precisazioni". Per Oliva "il
testo di legge (certamente migliorabile) fa ampio riferimento a
strumenti e politiche messe in atto con successo in molti altri paesi
europei, combinando obiettivi quantitativi di riduzione del consumo di
suolo a politiche integrate di natura fiscale, ambientale e
urbanistica".
Il presidente dell'Inu elenca le misure positive contenute nel
provvedimento: "Innanzitutto individua come suoli da tutelare non solo
quelli agricoli (come nel pur apprezzabile ddl Catania) ma tutti i
suoli liberi non urbanizzati". Apprezzato anche il meccanismo
individuato per misurare e monitorare annualmente la quantità di suoli
urbanizzati, con un ruolo centrale dell'Istat, sui cui dati dovranno
essere quantificati gli obiettivi nazionali e regionali di
contenimento del consumo di suolo. Ma soprattutto, spiega Oliva, il
contenimento del consumo di suolo è perseguito su due binari, "da un
lato affiancando alle tradizionali forme di regolazione degli usi del
suolo, quanto mai necessarie (pianificazione, protezione della natura,
ecc.) nuove misure di tassazione (il contributo per la tutela del
suolo) finalizzate a rendere sempre meno convenienti, fino ad
emarginarle dal mercato, gli interventi di nuova urbanizzazione su
aree libere extraurbane; dall'altro prevedendo modalità di
incentivazione, con investimenti e misure di defiscalizzazione che
sostengano il recupero delle aree dismesse e sottoutilizzate".
Il presidente Inu la descrive come "una strategia d'azione combinata, il
contenimento del consumo di suolo e la rigenerazione urbana, praticata
con successo in molte nazioni europee. La riforma della fiscalità
locale (oggi non disciplinata) ne costituisce il nodo strategico" ma
"va comunque chiarito, per evitare ogni equivoco, che il 'contributo
per la tutela del suolo e la rigenerazione urbana' è dovuto per
l'edificazione sulle aree libere, agricole o naturali, solo se su
queste è consentita un'edificabilità già prevista dagli strumenti
urbanistici vigenti. Il che non vuol certo dire, come sostenuto in
maniera assai poco informata nelle posizioni di critica che sia
sufficiente pagare una tassa per edificare un suolo libero!"
Altre le disposizioni da apprezzare nella proposta di legge Realacci:
"La possibilità indicata per incentivare l'uso del patrimonio edilizio
esistente (e per sviluppare nuove politiche dell'affitto) consentendo
ai Comuni di incrementare le aliquote IMU sugli immobili agibili ma
mantenuti non occupati; l'introduzione di una fiscalità 'di scopo'
come sostegno, in una fase, inutile dirlo, di risorse inesistenti, per
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