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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2013 alle ore 10:46.

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Erdogan all'aeroporto di InstanbulErdogan all'aeroporto di Instanbul

La protesta turca sta mettendo in discussione il miracolo economico turco ma per l'agenzia di rating Fitch le proteste contro il governo non sono finora una minaccia per il rating turco, attualmente BBB-, ma molto dipende da come le autorità gestiranno i disordini.

Un'opinione non condivisa da tutti gli osservatori: quest'anno, per esempio, il settore privato della Turchia avrà bisogno di 221 miliardi dollari in finanziamenti, la maggior parte dei quali provienti da prestiti a breve termine. Una situazione di estrema dipendendenza finanziaria dall'estero, circa il 25% del Pil turco pari a tutto il Pil greco. Molti investitori stranieri hanno investito in mall commerciali, come quelli che volevano costruire a Gazi Park dove è cominciata la protesta, ma ora temono che l'instabilità politica possa aumentare e far finire la classica bolla immobiliare come avvenuto in Spagna.

Inoltre si notano già gli effetti negativi sulle aziende turche. Le obbligazioni in scadenza a novembre 2022 denominate in dollari della Anadolu Efes Biracilik Malt Sanayii AS, la società turca leader nel settore della produzione della birra, sono scivolate a un record di 88 centesimi ieri, con il rendimento in aumento superiore al 5 per cento, mentre gli investitori stavano attendendo l'approvazione del presidente della Turchia Abdullah Gul o il suo veto alla nuova legge che vieta la vendita di alcolici dalle 22 alle 6 di mattina. Gli interessi dei bond sono saliti di oltre 180 punti base in più rispetto ai titoli con rating simili

Per questo ha fatto scalpore la frase del premier turco, Recep Tayyip Erdogan, quando rientrato a Istanbul da un viaggio in Nord Africa, ha chiesto la «fine immediata» delle proteste, perché ha spiegato «nessun potere fuorché quello di Allah può fermare la crescita turca» e, ricorrendo a un refrain poco in linea con lo status turco di potenza emergente, ha preso di mira i mercati finanziari per le tensioni con cui stanno vivendo l'ondata di proteste in corso nel Paese. «La lobby dei tassi d'interesse - ha detto Erdogan - è convinta di poterci mettere paura attraverso le speculazioni di Borsa. Bene, sappiano che non gli permetteremo di abusare della nostra ricchezza».

«Invito - ha detto il premier in un discorso tenuto all'aeroporto di Istanbul - alla fine immediata delle manifestazioni che hanno perso le loro credenziali democratiche e si sono trasformate in vandalismo». «Siete rimasti calmi - ha aggiunto - avete mostrato maturità e senso comune. Ce ne andremo tutti da qui. Non siamo i tipi di persone che mettono a soqquadro le strade».


La Borsa turca ha perso il 9 % nella scorsa settimana, i tassi di interesse sono risaliti e la lira turca ha perso l'8% nei mesi recenti e l'1% da quando la protesta sociale è iniziata.

In contrasto con l'Europa la Turchia è cresciuta negli anni passati dal 5% in media. Infatti, con un deficit di bilancio che è al di sotto del 2 per cento del prodotto interno lordo e il debito pubblico complessivo inferiore a metà della sua produzione economica, la Turchia sfida la potente Germania per lo status di prima della classe quando si tratta dei parametri di Maastricht.

Ma le cose stanno cambiando. In vista del 100 ° anniversario della fondazione della Repubblica turca avvenuta nel 1923, il governo di Erdogan ha presentato un programma di 400 miliardi dollari opere pubbliche, che è più della metà della dimensione dell'economia turca 770 miliardi dollari. Una cifra di investimenti tale che ha fatto temere la fine dei conti in pareggio.

Dopo sette giorni di proteste ieri sera migliaia di sostenitori del premier si erano riuniti all'aeroporto di Istanbul sventolando bandiere turche e inneggiando, «Moriremo per te, Erdogan». Nei giorni scorsi il premier aveva sfidato l'opposizione avvertendo i suoi oppositori che per ogni 10 dimostranti a lui contrari, lui ne avrebbe portati in strada 100. La dimostrazione, iniziata in sordina la settimana scorsa in difesa degli alberi del parco Gezi a Istanbul, si è trasformata in un'ondata di poteste antigovernative nelle principale città che finora hanno causato almeno 4 morti e centinaia di feriti.

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