Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2013 alle ore 17:13.

My24
Come funziona Prism, il software usato per «spiare» i giganti tech

Arrivano retromarce e precisazioni dopo le rivelazioni sul programma Prism della National Security Agency (Nsa) destinato alla raccolta di dati delle comunicazioni che viaggiano attraverso internet. Dalle ricostruzioni più recenti del Washington Post e del New York Times emerge che i giganti hi-tech non offrono accesso diretto ai loro server dove custodiscono le informazioni degli utenti, come invece era stato affermato in precedenza. Ma si moltiplicano gli interrogativi sulle procedure adoperate da Prism.
Monitoraggio del traffico online

Al momento sono soprattutto speculazioni. Il sito online per appassionati di hi-tech, Cnet, avanza un'ipotesi sugli ingranaggi di Prism negli Stati Uniti. Ricorda che al cuore di internet si trovano i network definiti Tier 1: semplificando, sono le autostrade principali che permettono gli scambi globali di informazioni, ad esempio con pacchetti Ip, e da cui dipendono i fornitori locali di accesso a internet (Isp).

Le indagini del Guardian e le indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal hanno rivelato che negli Usa i grandi operatori telefonici consegnano alla Nsa i dati associati alle comunicazioni ("telephony metadata"), come i numeri telefonici del chiamante e del chiamato: sono escluse, invece, le conversazioni vocali. Inoltre sotto i riflettori è finito anche Prism, progettato per ottenere attraverso internet i contenuti delle comunicazioni di persone che non hanno la cittadinanza degli Usa e si trovano fuori dagli Stati Uniti.
L'ipotesi di Cnet è che la Nsa sia in grado di raccogliere il traffico dati su internet attraverso dispositivi in grado di monitorare le informazioni in transito verso i network Tier 1. E in questo modo accede alle comunicazioni, come ad esempio messaggi email, senza che i colossi hi-tech ne siano a conoscenza. Sono operazioni che richiedono immense risorse e dovrebbero superare enormi ostacoli tecnici: se fosse possibile, però, l'Nsa è tra le poche agenzie al mondo a poterlo fare.

Uno spazio digitale esterno
Ma i documenti top secret finora pubblicati lasciano intravedere altre ipotesi. Secondo un'inchiesta del New York Times di recente alcuni funzionari dell'amministrazione Usa avrebbero incontrato rappresentanti dei giganti hi-tech. Fonti anonime riferiscono che il tema della discussione era un progetto per aprire spazi digitali dove, durante indagini di sicurezza nazionale, sarebbe stato possibile inoltrare richieste di dati grazie al Foreign Intelligence Surveillance Act (Fisa): in seguito gli esperti legali delle aziende avrebbero valutato caso per caso come procedere. Anche questa ricostruzione, dunque, non implica un accesso diretto ai server dove sono conservati i dati degli utenti. E il progetto avrebbe semplificato le investigazioni di sicurezza nazionale.

Commenti nella Ue
Dall'Europa arrivano le prime reazioni. Peter Schaar è alla guida dell'authority tedesca per la protezione dei dati Bundesbeauftragte für den Datenschutz und die Informationsfreiheit (Bfdi): ha dichiarato che sono necessari ulteriori spiegazioni da parte degli Stati Uniti dopo le ultime rivelazioni. Il commissario europeo Viviane Reding ha affermato che un framework chiaro per la tutela dei dati personali è un diritto fondamentale.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi