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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2013 alle ore 10:34.

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Il presidente Usa Barack Obama ha ordinato lo scorso ottobre ai dirigenti dell'intelligence e della Sicurezza Nazionale di redigere una lista di possibili bersagli di cyber attacchi all'estero. Lo si legge in una direttiva presidenziale segreta ottenuta dal Guardian. Nelle 18 pagine, si afferma che ciò che vengono definite 'Offensive Cyber Effects Operations' "sono in grado di offrire capacità non convenzionali e uniche di far avanzare gli obiettivi nazionali Usa nel mondo".

Il documento sostiene che il governo "identificherà possibili obiettivi di importanza nazionale in cui le cyberoperazioni offensive possano offrire un buon equilibrio tra rischi e benefici rispetto ad altri strumenti del potere nazionale". I potenziali effetti dannosi di azioni condotte "con poco o senza preavviso agli avversari" vanno "da lievi a gravi", afferma il documento.
La direttiva, inoltre, contempla la possibilità di compiere questi attacchi anche negli Usa pur specificando che queste non possono essere condotte senza l'ordine del presidente, tranne che nei casi di emergenza. Lo scopo del documento, ha detto un alto funzionario dell'amministrazione al Guardian, era "di creare strumenti per consentire al governo di prendere decisioni" sulle operazioni cyber. Nel gennaio di quest'anno, l'amministrazione pubblicò alcuni punti di discussione declassificati del documento dove però non si menzionava il rafforzamento delle capacità offensiva degli Usa e la messa a punto della lista di possibili obiettivi.

La pubblicazione del documento giunge a poche ore dall'incontro tra Obama e il presidente cinese Xi Jinping in California durante il quale il tema dei cyber attacchi è stato centrale.


Il tema dello spionaggio informatico e' uno dei principali punti di discussione fra il presidente americano Barack Obama e il suo omologo cinese Xi Jinping nel ranch californiano di Sunnyland, e il capo della Casa Bianca non lo ha nascosto.

"Il presidente Xi ed io -ha detto Obama- abbiamo riconosciuto che, grazie agli incredibili progressi della tecnologia, la questione della cybersicurezza, della necessita' di regole e di un approccio comune alla cybersicurezza, diventera' sempre piu' importante nell'ambito dei rapporti bilaterali e multilaterali". Si tratta, ha aggiunto, di "acque inesplorate" dove mancano ancora regole di navigazione. Xi ha dal canto suo assicurato "determinazione nel mantenimento della cybersicurezza", sottolineando la "grande preoccupazione in merito". "Portando avanti la cooperazione in buona fede - ha aggiunto -possiamo superare i malintesi e fare della sicurezza dell'informazione e della cybersicurezza un'area di positiva cooperazione fra Stati Uniti e Cina".

Quello della cybersicurezza e' un tema al centro delle preoccupazioni americane, dopo che un rapporto ufficiale ha riferito di attacchi di hacker provenienti dalla Cina contro reti informatiche militari e di compagnie americane. Ma paradossalmente il summit californiano e' in parte oscurato dallo scandalo sull'operazione di spionaggio condotto da servizi statunitensi su comunicazioni telefoniche, via web e transazioni finanziarie con carte di credito. Xi ha scelto di alloggiare in albergo invece che a Sunnyland, con i media americani che alludono ai timori cinesi di spionaggio.

La cybersicurezza non e' l'unico tema sul tavolo della 'due giorni' di Obama e Xi: i colloqui nell'atmosfera informale della tenuta di Sunnyland a Rancho Mirage, nel deserto della California, puntano a creare un rapporto personale fra i leader delle due potenze al centro della scena mondiale. "Gli Stati Uniti accolgono favorevolemnte la continua crescita pacifica della Cina come potenza mondiale", ha detto Obama, per il quale "e' interesse degli Stati Uniti che la Cina prosegua sulla strada del successo".
Dalla rivalita' economica nel commercio mondiale a quella strategica nell'area della Asia-Pacifico, al tema dei diritti umani in Cina, passando per la crisi nordcoreana, sono molti i temi da trattare. Se da parte americana vi e' interesse a capire se e quanto cambiamento comporti l'avvento di Xi alla guida della Cina, il neo presidente cinese punta a rafforzare la sua statura internazionale con il vertice californiano.

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