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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2013 alle ore 08:23.

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Occorrono misure per reagire alla crisi: la semplificazione burocratica, una riduzione del cuneo fiscale. «È di estrema urgenza, prima del 2014, si può realizzare eliminando dal calcolo della base imponibile Irap il costo del lavoro». È centrale la vicenda Ilva: «l'Italia rischia di uscire dal novero dei paesi industrializzati, il commissariamento non deve essere espropriazione della proprietà, altrimenti non vedremo più investimenti italiani e stranieri». E serve una rimodulazione dell'Imu che non penalizzi le imprese manifatturiere. Inoltre «sarebbe meglio non aumentare l'Iva», ma il governo dovrà decidere «in base alle risorse disponibili. La coperta è corta». Squinzi ha parlato anche di riforma delle legge elettorale: «è prioritaria, per la crescita serve un governo stabile, chiara espressione della volontà democratica». E su Beppe Grillo e le sue parole sul Parlamento: «rispetto tutte le opinioni, su alcune siamo più d'accordo, su altre meno. Ecco, su queste meno. Su alcune cose del Movimento 5 stelle possiamo essere d'accordo, certo la decrescita felice non è un obiettivo del paese». Anche Morelli è tornato su Grillo: «non abbiamo bisogno di tribuni, non si possono infangare le istituzioni». Ed ha aggiunto che il compito della politica dev'essere quello di «dare speranza e progetto per il futuro».
Squinzi è convinto che «prima o poi ripartiremo». Ed «non ha torto» il ministro del Tesoro, che ha paragonato questa fase alla crisi del '29. «È molto complicata, sta toccando l'Europa soprattutto, ma non possiamo essere l'unica area che arretra. L'euro è la colla che tiene insiene la Ue, servono gli Stati Uniti d'Europa». Quanto ai tassi lasciati invariati dalla Bce, «ho molta fiducia in Draghi - ha risposto - certo se la Fed porta a zero gli interssi anche noi dovremo seguire in qualche modo».
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LA LENTA MARCIA DELLA RIPRESA
PIL, INDIETRO IN EUROPA
Una lenta ripresa dopo una recessione prolungata. Le previsioni di primavera della Commissione europea prevedono in Italia una flessione del Pil per quest'anno del 1,3%( contro il -0,1% nell'Ue e -0,4% nell'Eurozona). Per il 2014, si prevede che l'attività economica cresca appena dello 0,7% contro l'1,4% della media dell'Unione
Il potenziale manifatturiero ha subito una contrazione del 15,3%
-25% Calo della produzione dal 2009
GIÙ IL CREDITO ALLE IMPRESE
Gli ultimi dati Bankitalia, relativi ad aprile, segnano una contrazione dei prestiti alle imprese: sull'anno il calo è stato del 3,7% contro il -2,8 di marzo. Nel grafico l'andmento dal 2009. Dallo scorso anno il credit crunch si è fatto sentire sempre di più, con una flessione profonda del credito all'economia
Le priorità
COSTO DEL LAVORO
Giù il cuneo prima del 2014
In Italia il cuneo, cioè la differenza tra costo del lavoro sostenuto dall'impresa e la retribuzione del lavoratore, è a livelli molto alti: siamo al secondo posto subito dopo il Belgio, al 53,5% se si considerano pure Irap, Tfr e trattenuta Inail. Per questa ragione il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi chiede di aggredirlo subito: prima del 2014
IMU
Niente balzelli sulle imprese
Per il presidente Giorgio Squinzi un'altra priorità degli industriali è la rimodulazione dell'Imu «in maniera che non vengano messi dei balzelli sulle imprese manifatturiere». Perchè, ha spiegato il numero uno di Confindustria, «nel Paese la ripresa arriverà solo se ripartiranno le imprese manifatturiere». Dal 2007 in Italia si è perso il 25% dei volumi di produzione
PA E RIFORMA ELETTORALE
Pagare i crediti alle imprese
Giorgio Squinzi sottolinea l'urgenza che lo Stato metta «realmente mano» ai pagamenti dei debiti della Pa. Lo sblocco dei 40 miliardi di euro in due anni «è un passo avanti ma non possiamo certo ritenerlo un passo assolutamente soddisfacente». Per il presidente di Confindustria è fondamentale poi riformare la legge elettorale: «È una priorità sia da un punto di vista politico sia istituzionale»

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