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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2013 alle ore 08:20.

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Edward Snowden (Afp)Edward Snowden (Afp)

Si chiama Edward Snowden, ha 29 anni ed è un tecnico informatico che ha lavorato per la Cia la talpa che ha rivelato al quotidiano britannico Guardian i segreti del programma americano di raccolta e controllo dati denominato Prism.

Il 29enne ha lavorato negli ultimi quattro anni per la National Security Agency (Nsa), come dipendente di diverse aziende esterne, tra cui Dell e Booz Allen Hamilton.
«Il mio unico scopo è informare l'opinione pubblica su cosa viene fatto in loro nome e su cosa contro di loro» ha detto Snowden, ammettendo il proprio ruolo in una video intervista pubblicata sempre dal Guardian. Quindi ha spiegato di aver voluto rendere pubblico Prism perchè non poteva «permettere al governo americano di distruggere la privacy, la libertà sul web e le libertà fondamentali delle persone nel mondo con un'enorme macchina di sorveglianza che sta segretamente costruendo».

Snowden ha raggiunto il 20 maggio scorso Hong Kong, dove si trova ancora oggi, chiuso in una stanza d'albergo. «Non ho alcuna idea di quale sarà il mio futuro», ha detto al Guardian, auspicando che Hong Kong non decida di estradarlo negli Stati Uniti. Il 29enne ha quindi fatto sapere di voler chiedere asilo all'Islanda, dal momento che «difende la libertà su internet».

Chi è Edward Snowden? Uno che non ha finito liceo, nato in North Carolina e cresciuto in Maryland, all'ombra del quartier generale della Nsa a Fort Meade. Studia computer a un community college, poi si arruola nell'Esercito addestrandosi con le forze speciali, un'esperienza che lo lascia deluso. «Pensavano tutti a uccidere, non ad aiutare la gente». Dall'esercito alla Nsa, come guardia di custodia in una sede segreta dell'agenzia all'Università del Maryland, di lì alla Cia come esperto informatico: una carriera inconsueta per uno senza la laurea.

Nel 2007 la Cia lo manda a Ginevra a spiare banche svizzere. È allora che per la prima volta Edward comincia a pensare di parlare: l'elezione di Barack Obama lo induce ad aspettare. Alle Hawaii, dove viveva con uno stipendio da 200mila dollari all'anno, negli ultimi mesi la decisione definitiva, e fin dall'inizio, con la consapevolezza di voler uscire allo scoperto: una scelta che - spiega al Guardian - lo renderà insicuro per tutta la vita.

A Hong Kong dove si è rifugiato sperando che il processo di estradizione negli Usa sia lungo e difficile, ogni volta che si collega all'email Edward copre laptop e testa con un cappuccio rosso per timore di essere spiato da una telecamera interna al computer. Tutte le opzioni davanti a lui sono brutte d'ora in poi: il governo cinese potrebbe arrestarlo per interrogarlo su tutto quello che sa. «Potrei finir vittima di una rendition della Cia. O dei loro partner Potrebbero pagare le Triadi. La mia speranza è l'asilo in Islanda».

Alle Hawaii, dove viveva con la ragazza Edward non aveva problemi economici: «Un paradiso». Ma alla fine la goccia è traboccata dal vaso e tre settimane fa è cominciata la grande fuga: la talpa ha copiato tutti i documenti e informato i superiori che doveva andarsene «per un paio di settimane» a curare l'epilessia. E poi l'addio alla fidanzata senza dir dove andava: «Una cosa che capita a chi ha lavorato per anni nell'intelligence».

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