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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2013 alle ore 12:11.

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Marco Pignatelli, Giovanni Barozzino ed Antonio Lamorte (Ansa)Marco Pignatelli, Giovanni Barozzino ed Antonio Lamorte (Ansa)

La Procura della Repubblica di Melfi (Potenza) ha citato in giudizio Giovanni Barozzino (ora senatore di Sel), Antonio Lamorte e Marco Pignatelli, i tre operai della Fiat di Melfi che, la notte fra il 6 e il 7 luglio 2010 - durante uno sciopero notturno - bloccarono i carrelli robotizzati che rifornivano le linee. La prima udienza del processo si svolgerà il prossimo 5 dicembre. Barozzino, Lamorte e Pignatelli sono accusati di concorso in violenza privata e turbata libertà dell'industria. I tre operai (Barozzino e Lamorte facevano parte della Rsu-Fiom) furono licenziati dalla Fiat e la vicenda scatenò proteste e polemiche. Circa un mese dopo, comunque, il giudice del lavoro di Melfi accolse il ricorso della stessa Fiom e dispose il reintegro dei tre operai, che però non tornarono alle linee di produzione per decisione dell'azienda. Nel luglio del 2011, il Tribunale dette ragione alla Fiat contro il reintegro, mentre nel febbraio di un anno fa il Tribunale di Potenza lo dispose nuovamente. Nei prossimi giorni è fissata l'udienza della Corte di Cassazione.

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